Cerca e trova immobili
SVIZZERA

«Ti piacerebbe fare uno stage in un bordello?»

Il locale si chiama "La Perte". Ma è tutto una provocazione: «La prostituzione è violenza». L'ex prostituta: «Mai un momento di gioia».
«Ti piacerebbe fare uno stage in un bordello?»
ScreenshotVideoFrauenzentrale Zürich
Fonte 20Min / Blick
«Ti piacerebbe fare uno stage in un bordello?»
Il locale si chiama "La Perte". Ma è tutto una provocazione: «La prostituzione è violenza». L'ex prostituta: «Mai un momento di gioia».
ZURIGO - Le domande rivolte alle potenziali prostitute sono messe nero su bianco sull'annuncio, destinato a chi vorrebbe iniziare uno stage in un bordello. «Stai cercando uno stage con orari di lavoro flessibili? Avrai un carico di lavoro del 140%. ...

ZURIGO - Le domande rivolte alle potenziali prostitute sono messe nero su bianco sull'annuncio, destinato a chi vorrebbe iniziare uno stage in un bordello. «Stai cercando uno stage con orari di lavoro flessibili? Avrai un carico di lavoro del 140%. Desideri molti clienti? Ne avrai fino a dieci uomini in un turno. Ti piacciono le emozioni forti? Hai nove volte più probabilità di essere stuprata».

E se le risposte sono affermative «allora sei nel posto giusto: il bordello "La Perte"», dove non servono nemmeno competenze linguistiche: «Non contano: meno sono, meglio è», come spiega la dipendente nel video promozionale. «In quanto praticante puoi fare quello che vuoi, e questo dal primo giorno», continua. «Riceverai settimanalmente un feedback dal capo. Ogni tanto ci sono anche dei bonus».

Ma stop, fermiamoci: è tutta una provocazione. Perchè l'annuncio per lo stage a luci rosse è immaginario, così come il nome del locale di incontri a pagamento: "La perte" , non a caso "la perdita", quella di una vita normale. Fa infatti tutto parte di un cortometraggio che il Centro femminile di Zurigo e l'associazione Heartwings intendono utilizzare per denunciare la violenza e lo sfruttamento attorno al mondo del sesso a pagamento. L'occasione è quella della Giornata internazionale contro la prostituzione, che si celebra il 5 di ottobre.

Qualche numero - Una piaga, quella della mercificazione del corpo femminile, che ha per protagonisti gli uomini: 350 mila quelli che in Svizzera diventano clienti, anche solo una volta. Mentre nella Confederazione sono 13-20mila le donne che lavorano nella prostituzione, per la stragrande maggioranza sono straniere. «Il cortometraggio invita a ripensare il sistema della prostituzione e a riconoscere le condizioni disumane a cui le donne sono esposte ogni giorno», scrivono in una nota le organizzazioni, che poi sentenziano: «La prostituzione è violenza contro le donne».

Però a comandare sono le ragioni legate al business: la prostituzione genera un fatturato annuo stimato tra uno e 3,5 miliardi di franchi. Ed è la stessa motivazione economica che spinge l'85% delle donne straniere a fare questa scelta forzata. Come ha confermato al Blick Jael Schwendimann di Heartwings: «Non ho mai parlato con una prostituta che dicesse di amare il suo lavoro, ma al contrario con donne che dicono di aver paura e di volerne uscire».

Ma hanno bisogno di aiuto per non sentire più storie come quella della 31enne ex prostituta, che al quotidiano zurighese ha raccontato: «In questo lavoro mai un momento di gioia. Mi faceva male tutto il corpo e la testa, perché stavo facendo qualcosa che non volevo fare, ma dovevo».

L'inserzione dello stage
🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE