Berset vuole fare un "regalo" ai non vaccinati

Certificato di un anno per i guariti. E test sierologici parificati ai molecolari. La proposta è sul tavolo, ma...
Il ministro della Salute prepara una contro-mossa alla luce dell'aumento dei contagi in Svizzera. Basterà ai ristoratori?
BERNA - Non è ancora il tempo degli addii. I dati snocciolati oggi in conferenza stampa dall'Ufsp lo anticipano, neanche troppo tra le righe: il certificato Covid sarà con noi ancora per un po'. Il dirigente Patrick Mathys ha parlato di «nuvole scure» all'orizzonte e «contagi di nuovo in aumento».
Una doccia fredda per le attività - ristoratori e centri fitness in primis - che speravano di liberarsi presto del mal digerito pass. Ma secondo il Blick, il governo starebbe valutando delle soluzioni alternative, per attenuare lo scontento.
Il ministro della Salute Alain Berset, in particolare, avrebbe sul tavolo una proposta volta a controbilanciare, da un lato, l'introduzione dei test a pagamento, dall'altro la delusione per una mezza promessa rimangiata (settimana scorsa in conferenza stampa lo stesso Berset aveva dipinto un quadro epidemiologico «molto migliorato»).
Cosa metterà Berset sul piatto? «Diverse fonti» citate dal quotidiano svizzero-tedesco parlano di un allentamento dei requisiti per ottenere il certificato. Per le persone guarite - ma non vaccinate - il "regalo" sarebbe un'estensione della copertura riconosciuta, da sei mesi a un anno. Inoltre, l'immunità dovrebbe poter essere accertata anche tramite test sierologici, e non solo tramite tamponi molecolari. Proposte che andrebbero comunque approvate dai Cantoni.
Un inghippo - scrive il Blick - potrebbe essere il riconoscimento del certificato da parte dell'Ue. Al momento, solo la Germania applica requisiti simili per concedere il pass. Per Francia e Italia, ad esempio, il riconoscimento non sarebbe più automatico. Dettagli che verranno discussi nelle prossime riunioni del Consiglio federale.




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