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BERNAMasserey ha creato confusione? L'UFSP si difende

07.08.21 - 23:27
Le sue recenti dichiarazioni sulla contagiosità dei vaccinati infettati con la variante Delta hanno suscitato critiche.
Keystone
Fonte 20 Minuten/Daniel Graf
Masserey ha creato confusione? L'UFSP si difende
Le sue recenti dichiarazioni sulla contagiosità dei vaccinati infettati con la variante Delta hanno suscitato critiche.
La Confederazione: «Dichiarazioni riportate in maniera imprecisa». La responsabile parlava di uno studio che semplicemente «sembra indicare» una contagiosità «analoga» tra vaccinati e non vaccinati.

BERNA - Pronunciate martedì nel corso di una conferenza stampa, le parole di Virginie Masserey sulla contagiosità dei vaccinati non hanno mancato di generare apprensione nei giorni successivi. «Gli ultimi dati sembrano indicare che, per la variante Delta, il rischio di trasmissione sia analogo per le persone infette vaccinate e per le persone infette non vaccinate», ha dichiarato la responsabile della sezione Controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). 

Un'affermazione, questa, che si rifà a uno studio recentemente pubblicato dal'agenzia federale americana Centers for Disease Control and Prevention (CDC) basato su un focolaio nel Massachusetts. Tuttavia, il modo in cui è stata formulata e, secondo l'UFSP, riportata ha creato una certa confusione e non è andato giù a diversi commentatori, tanto che Berna si è trovata costretta a difendere quanto sostenuto da Masserey.

«Se i vaccinati sono contagiosi come i non vaccinati, io mi chiedo chi rappresenti il rischio maggiore: il non vaccinato che si è fatto testare poco prima o il vaccinato che è possibile non sappia di avere il virus e di poterlo trasmettere?», si è chiesto il presidente di GastroSuisse, Casimir Platzer, reagendo alle parole di Masserey. Diversi responsabili della sanità assicurano tuttavia che non si sta parlando, qui, di uguale livello di contagiosità: «È altamente improbabile che i vaccinati siano contagiosi quanto le persone non vaccinate», spiega per esempio a 20 Minuten il medico cantonale di Basilea Città, Thomas Steffen. «Siccome, grazie al vaccino, il sistema immunitario è preparato per il contatto con il virus, molte meno persone si ammalano seriamente e sono soprattutto considerate anche meno contagiose perché il virus viene combattuto più velocemente e in maniera più efficiente», aggiunge, sottolineando come ciò sia supportato da nuove analisi provenienti dal Regno Unito.

Il responsabile ritiene che attorno alle dichiarazioni di Masserey sia sorta un'incomprensione. «Non è facile trasmettere simili nuovi risultati con la necessaria sinteticità», fa notare. «Le persone vaccinate completamente hanno in sé complessivamente meno virus e per meno tempo quindi sono presumibilmente considerevolmente meno contagiose per gli altri», continua. 

«La questione di quanto i vaccinati infettati con la variante Delta siano contagiosi è al momento oggetto di discussione», ricorda dal canto suo l'ex vicedirettore dell'UFSP Andreas Faller. «Anziché far notare che si tratta di una discussione in corso e indicare i relativi studi, la Signora Masserey l'ha presentata con un tono di convinzione come un dato di fatto. Questo non va bene», lamenta.

Secondo Faller, in questa fase l'UFSP dovrebbe al contrario fare «di tutto» per motivare le persone a vaccinarsi: «Simili uscite non aiutano senz'altro», afferma. Anche se venisse confermato il fatto che le persone vaccinate infettate con la variante Delta sono contagiose, ciò non sarebbe del resto un motivo per non farsi vaccinare: «Sarebbe ancora più importante proteggere quante più persone possibile attraverso la vaccinazione». Il riferimento è alla protezione contro un decorso grave del Covid-19 garantita dai vaccini omologati in Svizzera, che pare rimanere alta anche se la variante coinvolta è la Delta.

Jürg Utzinger, direttore dell'Istituto svizzero tropicale e di salute pubblica (Swiss TPH), suggerisce infine la necessità di relativizzare lo studio dei CDC: «L'ultimo studio americano è importante, ma è solo uno tra molti - afferma -. Lo studio ha diverse limitazioni, che gli autori stessi segnalano. La base dati è semplicemente troppo piccola per tirare conclusioni definitive».

Ora, l'UFSP si difende dalle accuse di aver fomentato l'incertezza, lamentando per bocca della portavoce Masha Foursova come, «negli ultimi giorni», le dichiarazioni di Masserey siano state riportate in maniera «imprecisa». La responsabile della sezione Controllo delle infezioni ha in particolare parlato di dati che «sembrano indicare» un'analoga contagiosità di vaccinati e non vaccinati infettati con la variante Delta. Non ha parlato di certezze.

«I vaccini a mRNA sono molto efficaci e conferiscono una protezione molto alta», ribadisce Foursova. «Le persone vaccinate difficilmente s'infettano con il Covid-19 e, se in rari casi una persona vaccinata s'infetta comunque, al momento sicuramente con la variante Delta, può certamente anche trasmettere il virus ad altri», continua. 

Riguardo alla probabilità di questo contagio aggiunge: «Ci sono indicazioni in base alle quali persone vaccinate che si sono infettate con la variante Delta possono eventualmente trasmettere il virus allo stesso modo». Allo stato attuale delle conoscenze, tuttavia, imporre test ai vaccinati non sarebbe giustificato. Come deciso negli Stati Uniti e sottolineato anche martedì da Masserey, rimane invece importante che anche loro continuino a rispettare le misure igieniche, come indossare la mascherina in determinate situazioni.             

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