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CINA

L'ingorgo al porto cinese fa sentire i suoi effetti anche in Svizzera

Aldi e Migros riscontrano ritardi nella consegna di alcuni articoli. Coop assicura invece di aver fatto i compiti.
Reuters
Fonte 20 Minuten/Barbara Scherer
L'ingorgo al porto cinese fa sentire i suoi effetti anche in Svizzera
Aldi e Migros riscontrano ritardi nella consegna di alcuni articoli. Coop assicura invece di aver fatto i compiti.
SHENZEN - Il focolaio di coronavirus che ha avuto come epicentro il porto di Yantian, in Cina, continua a far sentire i suoi effetti sul commercio internazionale. Anche in Svizzera. Fra le grandi catene al dettaglio elvetiche, infatti, almeno Aldi e ...

SHENZEN - Il focolaio di coronavirus che ha avuto come epicentro il porto di Yantian, in Cina, continua a far sentire i suoi effetti sul commercio internazionale. Anche in Svizzera. Fra le grandi catene al dettaglio elvetiche, infatti, almeno Aldi e Migros lamentano già problemi nell'approvvigionamento della merce.

«Possiamo confermare che ci troviamo confrontati con singoli ritardi nelle consegne nel settore "non food" (non alimentare, ndr)», fa sapere a 20 Minuten Aldi Suisse. Quali prodotti siano interessati non è dato sapere: la strategia aziendale non prevede di renderlo noto.

Anche Migros riscontra singoli ritardi sempre nel settore non alimentare. A scarseggiare, in questo caso, potrebbero essere biciclette, articoli per la casa o prodotti in legno, fa sapere un portavoce. Per il cibo, tuttavia, non dovrebbero esserci problemi visto che il 70% dello stesso viene dalla Svizzera, tiene a far notare il gigante arancione.

Coop e Lidl, dal canto loro, non riscontrano ancora alcun effetto dell'ingorgo al porto di Yantian. «Già da qualche tempo abbiamo reagito alla situazione generale del trasporto merci marittimo e adottato misure conseguenti», afferma un portavoce di Coop. Per questo, assicura, delle difficoltà di approvvigionamento generalizzate non rappresentano un problema.

Lo Yantian International Container Terminal, a due passi dal grande polo industriale di Shenzen, è il singolo porto più grande della Cina. Un focolaio di Covid-19 scoppiato fra gli scaricatori della struttura a fine maggio, ha costretto quest'ultima ad adottare speciali misure di protezione, che hanno rallentato, e in alcuni casi bloccato, l'afflusso e la partenza di navi portacontainer.

Come riporta il South China Morning Post, che cita la piattaforma di servizi di spedizione e logistica project44, dal 1° al 15 giugno 298 portacontainer hanno saltato il porto di Yantian. Su base mensile, si tratta di un +300% di mancati attracchi, o "blank sailings". Nello stesso periodo, il tempo di permanenza media dei container in porto prima del carico è raddoppiato, passando a 23,06 giorni. 

Le autorità del porto di Yantian prevedono che le attività tornino alla normalità entro la fine di giugno, con il rientro di sempre più collaboratori. Al momento si attestano al 70%. 

Tra penuria mondiale di container determinata dalla pandemia di Covid-19, prezzi del trasporto merci marittimo alle stelle e carenza di materie prime, però, «il danno ormai è fatto», assicura Maersk, la più importante compagnia del settore. L'accumulo di ritardi al porto di Yantian, mette in guardia, avrà effetti peggiori di quello determinato dal blocco del Canale di Suez

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