Con la procreazione assistita, nel 6% dei casi arrivano dei gemelli

La percentuale è in calo. Nel 2019, 5'993 donne si sono sottoposte a trattamenti
BERNA - Con l'entrata in vigore nel 2017 della revisione della legge sulla medicina della procreazione (LPAM) e con essa la variazione della prassi medica riguardo ai trasferimenti di embrioni, la quota di parti gemellari in seguito a trattamenti in vitro, ancora pari al 16% nel 2016, si attestava al 6% nel 2019. Lo ha comunicato oggi l'Ufficio federale di statistica (UST).
Dalla revisione della LPAM è sempre più raro che si trasferiscano in utero più embrioni alla volta, sottolinea l'UST, aggiungendo che questo sviluppo è importante per la salute dei neonati in quanto i parti gemellari portano più spesso a complicazioni durante la gravidanza.
Secondo le cifre più recenti dell'UST, nel 2019 in Svizzera 5'993 donne - 19 in meno rispetto all'anno precedente - si sono sottoposte a trattamenti che prevedevano metodi di procreazione medicalmente assistita in vitro. Il 47% di loro è rimasta incinta (36% nel 2009).
Dai trattamenti di procreazione medicalmente assistita effettuati nel 2019 sono risultate in tutto 2'080 nascite, con 2'024 nati vivi. I parti gemellari o trigemellari sono stati 127 rispetto ai 156 nel 2018.
Rispetto al numero di donne sottoposte a trattamento nell'arco dell'anno civile, la quota di nati vivi è aumentata, passando dal 30% nel 2009 al 37% nel 2019.
Dalla revisione della legge LPAM è consentita la diagnosi preimpianto: a ricorrere a questo tipo di esame nel 2019 sono state 352 coppie, il 64% in più dell'anno precedente. Dopo tale tipo di analisi sono avvenute 65 nascite.
Il popolo svizzero nel 2015 e nel 2016 ha votato due volte chiaramente a favore della modifica della legge sulla medicina della procreazione e dell'approvazione della diagnosi preimpianto (DPI). La legge rivista è entrata in vigore nel settembre 2017.




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