Insulti e minacce di morte ai membri del Consiglio federale

Il più preso di mira? Alain Berset. Il MPC ha aperto cinque procedimenti per casi gravi
BERNA - La procura federale ha aperto cinque procedimenti in relazione a minacce via Internet giunte alle autorità e legate alle misure anti-coronavirus. Le intimidazioni sono sovente rivolte nei confronti del ministro della sanità Alain Berset.
Lo ha dichiarato oggi, sollecitato dall'agenzia Keystone-ATS, lo stesso Ministero pubblico della Confederazione (MPC). La procura ha così confermato quanto pubblicato dal domenicale SonntagsZeitung.
Insieme all'Ufficio federale di polizia (fedpol) stanno venendo continuamente monitorati i casi di minacce e diffamazione nei riguardi di membri delle autorità federali nell'ambito dei provvedimenti introdotti per contrastare la pandemia, ha fatto sapere l'MPC. In alcune situazioni, fedpol può sporgere denuncia penale contro i responsabili.
I casi particolarmente gravi di minacce (come ad esempio quelle di morte) contro consiglieri federali o parlamentari sono di competenza dell'MPC. «Attualmente - riferisce quest'ultimo - cinque procedimenti del genere sono stati avviati». Nessun decreto d'accusa è per ora stato emesso.
Le intimidazioni e gli insulti online non hanno risparmiato nemmeno esponenti dei governi di vari Cantoni. In queste situazioni l'intero incarto viene trasmesso alle autorità cantonali competenti.
Dallo scoppio della crisi del coronavirus, fedpol si è attivata in decine di casi riguardanti minacce a politici, ha indicato a Keystone-ATS l'ufficio federale. Talvolta, quello che viene fatto è prendere contatto con la persona potenzialmente pericolosa, informandola che rischia conseguenze penali. Le indagini di polizia hanno poi luogo solo se la persona oggetto delle minacce presenta denuncia.
Fedpol sottolinea inoltre la collaborazione che regolarmente avviene con i gestori dei social media. L'ufficio federale può in questo senso richiedere la cancellazione di un determinato post ostile, ma spetta ai responsabili delle piattaforme attuarla.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!