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BERNA / REGNO UNITORimandare la seconda dose del vaccino per immunizzare più gente? La Svizzera non ci pensa neanche

30.12.20 - 21:15
Londra ha adottato un approccio alternativo. La CFV svizzera: «Protezione ottimale solo dopo la seconda iniezione».
Keystone
In Svizzera i primi a ricevere il vaccino contro il Covid-19 sono gli anziani a partire dai 75 anni e le persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio.
In Svizzera i primi a ricevere il vaccino contro il Covid-19 sono gli anziani a partire dai 75 anni e le persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio.
Rimandare la seconda dose del vaccino per immunizzare più gente? La Svizzera non ci pensa neanche
Londra ha adottato un approccio alternativo. La CFV svizzera: «Protezione ottimale solo dopo la seconda iniezione».
Il presidente, Christoph Berger: «Già 14 giorni dopo la prima dose esiste una protezione abbastanza buona, ma non sappiamo quanto duri senza seconda dose».

BERNA / LONDRA - Per far fronte a dati dei contagi sempre crescenti e a una situazione particolarmente tesa negli ospedali, il Regno Unito ha deciso oggi di adottare un approccio alternativo alle vaccinazioni. Per immunizzare, almeno in parte, quante più persone a rischio possibile nel più breve tempo possibile, ha scelto d'inoculare la prima dose del preparato a quanti più soggetti prioritari possibile, rimandando anche di tre mesi la seconda puntura.

Una scelta necessaria «in questa fase della pandemia», sottolineano le autorità sanitarie britanniche. Questo approccio, però, non sembra convincere le loro controparti svizzere, che non intendono valutarlo per il nostro Paese. «La Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) e l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) consigliano due dosi a distanza di quattro settimane», dichiara a tio/20 minuti il presidente della CFV e primario d'infettivologia e igiene ospedaliera all'Ospedale universitario di Zurigo, Christoph Berger. «Chi viene vaccinato deve ricevere due dosi per essere ben protetto - aggiunge -. Questa protezione si registra a partire da sette giorni dopo la seconda dose». Gli studi che hanno portato all'omologazione in Svizzera del vaccino di Pfizer/BioNTech, del resto - l'unico autorizzato per il momento - si basano su due dosi che, a partire da sette giorni dalla seconda, garantiscono una protezione «ottimale del 90-95%».

L'idea britannica, tuttavia, non è del tutto campata per aria: «Già 14 giorni dopo la prima dose esiste una protezione abbastanza buona, ma non sappiamo quanto duri senza seconda dose», ammette Berger. «Se per motivi organizzativi o logistici la seconda dose deve essere rimandata di alcune settimane, non è un problema, ma deve essere in ogni caso pianificata e somministrata», aggiunge. In Svizzera, nella fattispecie, «quando una persona viene vaccinata ricevendo la prima dose, la seconda viene prenotata»: «Come detto, può succedere che la seconda dose sia rimandata, ma non al fine di poter vaccinare più persone somministrando loro solo la prima dose», conclude il presidente della CFV. I Cantoni si attengono a queste raccomandazioni.

Le autorità britanniche, insomma, sbagliano a decidere di posticipare volutamente la seconda inoculazione? «I numeri del contagio in Svizzera e nel Regno Unito sono diversi», si limita a ricordare il medico. 

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