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SVIZZERA

«Innovare, per superare la crisi»

Il settore orologiero svizzero è sempre più sotto pressione. Ecco come sta tentando di rialzare la testa.
Depositphotos (bergamont)
Fonte Ophélie Lasnier, AWP
«Innovare, per superare la crisi»
Il settore orologiero svizzero è sempre più sotto pressione. Ecco come sta tentando di rialzare la testa.

ZURIGO - L'indebolimento della domanda mondiale, i dazi doganali statunitensi e l'aumento del prezzo dell'oro mettono sotto pressione l'orologeria svizzera su più fronti. L'innovazione a livello di orologi, dei loro processi di produzione come anche nei servizi, permette tuttavia al settore di far fronte alla situazione tesa.

«I dazi arrivano in un periodo di contrazione, dopo l'euforia post-Covid. In fase di alta congiuntura l'industria tende a produrre in eccesso e ad accumulare scorte», spiega Elvis Gonzalez, direttore generale della società di consulenza M&BD Consulting, specializzata nell'orologeria. «Ciò si ripercuote sistematicamente sui mercati grigi, in particolare online, dove alcuni modelli di orologi sono venduti con alti sconti».

«L'impatto delle nuove tasse statunitensi è comunque discutibile e varia da marchio a marchio, alcuni dei quali hanno un ampio margine di manovra», afferma Gonzalez. «Razionalizzare la produzione, ma anche negoziare con i fornitori e i distributori, sono le vie privilegiate per ridurre i costi».

«La crisi che attraversa il settore orologiero è di natura ciclica. A differenza del 2016, quando i gruppi avevano attuato piani sociali, il ricorso al lavoro ridotto dimostra che i produttori vogliono evitare di perdere il loro know-how e contano su una ripresa», aggiunge Benjamin Gietzendanner, esperto presso la società di consulenza BearingPoint. Ciò si riflette nei dati sull'occupazione, con un organico stabile nel settore, secondo le cifre della Federazione dell'industria orologiera (FH).

Il 2025 si preannuncia tuttavia difficile: «Il settore ha registrato una forte crescita per tre anni ed è probabile che la flessione si protragga per uno o due anni, ma i fondamenti sono solidi, almeno per il segmento di prezzo superiore ai 5000 franchi», ritiene l'esperto. La crescita sostenuta del numero di milionari, in particolare in Cina e in India, e la fortissima domanda di orologi di seconda mano sono diversi segnali che inducono all'ottimismo. Una delle sfide è rappresentata dal prezzo dell'oro, che è aumentato di quasi la metà dall'inizio dell'anno.

«L'aumento rapido e marcato del prezzo dell'oro rappresenta una sfida importante per gli orologiai: trasferire interamente il costo aggiuntivo è delicato, perché un aumento troppo repentino dei prezzi potrebbe frenare la domanda, soprattutto con l'ulteriore pressione dei nuovi dazi statunitensi. I marchi procedono quindi ad adeguamenti graduali dei prezzi, rafforzando al contempo la loro efficienza», sottolinea Jean-Philippe Bertschy, analista di Bank Vontobel.

«I nostri clienti del settore orologiero sono alla ricerca di soluzioni per il prezzo dell'oro», confida una specialista in ricerca e sviluppo presso un fornitore del settore, sotto la copertura dell'anonimato. Di recente, la sua azienda ha utilizzato la stampa 3D per un cliente, un metodo che consente di «ridurre il peso della cassa dell'orologio mantenendo il volume». Per questo noto cliente, che offre orologi tra i 40'000 e i 240'000 franchi, ciò ha permesso di «ridurre di un terzo il peso dell'oro necessario», spiega.

«Dall'inizio della crisi, i grandi gruppi orologieri hanno mantenuto o addirittura aumentato i loro budget per la ricerca e lo sviluppo. I progetti mirano principalmente ad accrescere la produttività (automazione, digitalizzazione dei laboratori) sostenendo l'ascesa di gamma dei modelli al fine di preservare i margini e la differenziazione», aggiunge Bertschy.

«Ogni anno i marchi aumentano i loro prezzi del 3%-4%, il che spiega perché non sentano alcuna pressione ad automatizzare. Al contrario, il rischio di danneggiare l'immagine del marchio sembra essere maggiorex, osserva Gietzendanner, sottolineando che i costi di produzione rappresentano «circa il 20% del prezzo di un orologio» e che «i marchi non hanno mai veramente cercato di ridurli».

Questa è anche la ragione per cui l'industria è in ritardo rispetto ad altri settori quando si tratta di innovazione: "L'automazione è un dilemma, perché da un lato permette di ridurre i costi e spesso di migliorare la qualità, ma allo stesso tempo è in contrasto con l'immagine dell'orologiaio artigiano, che è alla base del successo degli orologi svizzeri".

Se l'industria orologiera svizzera vuole mantenere il suo vantaggio sulla scena internazionale, la differenziazione è fondamentale: «Di fronte alla crescente concorrenza di India e Cina, l'artigianato e la tradizione sono la chiave della differenziazione», spiega Gietzendanner. «Titan, filiale del gruppo Tata, produce più di 15 milioni di orologi all'anno, di cui una parte crescente è costituita da modelli meccanici», afferma. «Dispone di due fabbriche di orologi, 200 movimenti sviluppati ed esporta in 30 Paesi, principalmente in Asia e in Medio Oriente».

«A livello di complicazioni, molte possibilità sono già state sfruttate, ma nel design degli orologi, le idee abbondano», spiega l'esperto di ricerca e sviluppo. «La grande tendenza sono le variazioni di colore dei metalli». Nuove tonalità vengono sviluppate per marchi che spesso ne conservano l'esclusività per un certo periodo.

Da parte sua l'uso della stampa 3D nella gioielleria e nell'orologeria apre nuove possibilità anche in termini di design degli orologi.

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