L'appello alla politica del CEO di Emmi

Per il gruppo gli effetti dei cambi pesano più dei dazi
ZURIGO - A margine della presentazione dei risultati semestrali, la CEO di Emmi, Ricarda Demarmels, ha lanciato un appello alla politica affinché rafforzi l'attrattiva della Svizzera, messa sotto pressione dall'apprezzamento del franco e dalle tensioni commerciali internazionali. Per il gruppo lattiero-caseario, gli effetti dei cambi pesano più dei dazi statunitensi: la forza della moneta elvetica e il dollaro debole hanno inciso sui risultati con perdite a doppia cifra in milioni di franchi, e l'impatto continuerà anche nella seconda metà dell'anno.
In dichiarazioni rilasciate all'agenzia AWP, Demarmels ha invitato le autorità a ridurre i costi per le imprese e a intervenire su più fronti: dalla riconsiderazione dell'imposta minima OCSE, al taglio della burocrazia e delle spese energetiche, fino alla conclusione di nuovi accordi commerciali. «Le aziende svizzere attive a livello internazionale sono solo il 4% del totale, ma creano un quarto dei posti di lavoro e oltre un terzo del PIL», ha sottolineato la manager.
Sul fronte dei dazi, Emmi si ritiene relativamente protetta grazie a un modello decentralizzato, con l'85% della produzione realizzata direttamente negli Stati Uniti, dove genera 700 milioni di ricavi e dà lavoro a 1200 persone. Gli aumenti tariffari introdotti in primavera e ad agosto sono stati trasferiti sui prezzi al consumo, mentre le eventuali perdite nelle esportazioni di specialità svizzere come il Gruyère vengono compensate da una crescita dei prodotti locali. Nel primo semestre la regione America ha registrato un incremento organico dell'8,3%.




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