È recentemente terminata la stagione di F1 e a vincere il Mondiale è stato Max Verstappen.
Il titolo costruttori è invece stato conquistato dalla McLaren.
ABU DHABI - Domenica si è conclusa una stagione di Formula 1 davvero impegnativa, con ben 24 Gran Premi che hanno tenuto gli appassionati incollati allo schermo fino all’ultima curva. Tuttavia, non c'è tempo per riposare, poiché già ieri i team sono tornati in pista per i consueti test sugli pneumatici in preparazione del nuovo campionato, che inizierà a marzo. Questa giornata rappresenta un'opportunità per osservare i piloti alla guida delle nuove monoposto, anche se su questo ci saranno molte altre occasioni per discutere in futuro.
Il vero protagonista di oggi è la FIA, l'organo direttivo che stabilisce le regole del gioco, spesso senza tener conto delle opinioni dei team. Nell'ultima gara abbiamo assistito all’ennesima frittata, tra divieti di sorpasso e comunicazioni radio censurate. La F1 sembra perdere sempre più quel pepe che l'ha resa celebre, facendo emergere la nostalgia per i duelli epici del passato. Quelli erano tempi in cui le manovre al limite del regolamento erano all'ordine del giorno, creando uno spettacolo unico.
A dirigere le sorti dei GP – anche in occasioni cruciali come quella di Abu Dhabi – troviamo i membri della FIA che siedono comodamente negli uffici di Ginevra e le loro decisioni, per l’ennesima volta, ci hanno lasciati molto interdetti. Le penalità inflitte sono state di dubbia interpretazione, mostrando un'applicazione delle regole che sembra poco chiara. I piloti, nel caldo della competizione, si trovano dunque vincolati da nuovi divieti: sorpassi alla partenza e, in certi casi, anche la libertà di espressione durante le gare sono sotto stretta osservazione.
In una mossa quasi strategica, la FIA ha concesso a Max Verstappen una sorta di scambio, un 2x1. Lo ha impegnato in attività socialmente utili con i giovani del Ruanda, collegando il tutto alla presenza del pilota al galà di fine anno in Africa, previsto per questo venerdì. Questa strategia, mossa da Mohammed Ben Sulayem, sembra orientata a guadagnare consensi per future elezioni, adottando un'astuta formula di compromesso. Siamo sicuri che Max avrebbe fatto lo stesso visita ai bimbi Africani, certo sottotraccia, ma così il clamore mediatico é stato ben studiato.
Nel frattempo, però, alcuni aspetti rimangono in sospeso, come la questione delle ali sospette della McLaren a Baku, con molti dilemmi che continuano a creare incertezza tra team e tifosi. Si ha quasi la sensazione di un ritorno ai tempi dominati da figure come Jean-Marie Balestre, noto per la sua inflessibilità e la sua propensione a infliggere multe a destra e a manca.In questo contesto mutevole, l'auspicio sarebbe quello di vietare ciò che è necessario, senza però snaturare l'essenza di questo sport emozionante. Concludo con il nostro motto: «Nel dubbio, giù il gas, sempre!». Così continuiamo a vivere la passione per la Formula 1, tra evoluzioni di regole e speranze di spettacolo.