Venerdì alle 16.20 scatta il Mondiale della Svizzera, argento a Praga 12 mesi or sono. Sarà subito rivincita con la Cechia
Grégory Christen: «L’unica cosa che mi fa un po’ paura è l’equilibrio complessivo, ma credo che non abbiamo mai avuto una rosa così forte. La presenza di Hischier, che ha spinto per venire, ci dice tanto».
HERNING - È ormai agli sgoccioli il countdown iridato, coi riflettori pronti ad accendersi sui Mondiali 2025. La Nazionale di Fischer ha lanciato segnali davvero incoraggianti nel lungo cammino d’avvicinamento, condito da nove amichevoli (7 vittorie) e dal consueto valzer di tagli e innesti anche da oltreoceano. Non arriveranno Josi e Pius Suter - assenze di peso - ma potremo contare su Hischier, Meier, Siegenthaler, J.J. Moser e pure Fiala (salvo brutte sorprese).
«Vedo una Svizzera d’assalto e ricca di talento, non credo che abbiamo mai avuto un gruppo così forte - interviene Grégory Christen, ex attaccante di Ambrì e Lugano - L’unica cosa che mi fa un po’ paura è l’equilibrio complessivo. È una rosa davvero tanto offensiva. Bisogna anche difendersi e fare il lavoro sporco, che i vari Malgin e Andrighetto non amano troppo. Ma attenzione, li vedo comunque come top player e arma in più anche in powerplay. Certo Denis l’anno scorso non c’era. Idem Hofmann, che se sta bene è un’altra bocca di fuoco. Ce lo ricordiamo ai Mondiali 2021 prima di andare in NHL. Insomma è una Nazionale che potrebbe suonarle - a suon di gol - ma anche prenderne qualcuno più del solito. Sarà importante il sacrificio difensivo di elementi preziosi come Bertschy e Bächler, a dipendenza dallo spazio che avrà a disposizione».
Starà a Fischer trovare le giuste alchimie.
«Sicuramente. Fischi ha già vinto anche quest’anno la sua prima “sfida”, perché sa coinvolgere tutti. Emblematica la presenza di Nico Hischier, che ha spinto per venire. Idem Fiala, che l’anno scorso, se ci ricordiamo, aveva raggiunto in fretta e furia il gruppo dopo la nascita della prima figlia. Sono segnali. Poi va detto che con una squadra così non può "permettersi" di fare male… Con un roster del genere sei tra le grandi e dovrà andare a caccia di un’altra medaglia. Mai facile».
Capitolo Ambühl. A 41 anni l’inossidabile grigionese disputerà il suo 20esimo Mondiale. Scelta giusta o troppa riconoscenza per una vera leggenda del nostro hockey?
«Sono dell’idea che all’inizio fosse un intoccabile. Nel senso che lo avrebbe convocato a prescindere. Poi però lo abbiamo visto nei playoff e in queste settimane. Non è solo il “nome” che ha scritto sulla schiena. Sta giocando alla grande e si merita ancora il posto. In alcuni momenti della regular season avrei detto di no, ma ora sta spingendo forte. Porta esperienza e intelligenza, oltre al lavoro a tutta pista. Gli darei anche la C per il suo ultimo Mondiale. Penso che pure Hischier sarebbe d’accordo. Ma conoscendo Andres queste cose non gli interessano… (ride, ndr)».
Nei primi quattro match del Gruppo B la Svizzera affronterà Repubblica Ceca, Danimarca, USA e Germania.
«Tengo dentro anche la Norvegia, ma sono queste squadre che si giocheranno i primi quattro posti. Negli ultimi anni nel girone abbiamo sempre fatto benissimo e non vedo grossi problemi, ma bisogna partire col piede giusto. L’ideale poi sarebbe finire tra le prime due. Per evitare ad esempio nei quarti un Canada, che quest’anno vede anche il grande ritorno di Crosby, MacKinnon e Fleury».