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CICLISMO

Il dottor Mito: "Niente sfugge ai controlli, il doping è per stupidi"

Il controverso dottor Ferrari viene trovato dal magazine Cycling Pro e torna a parlare del suo metodo, di doping e dell’amicizia che lo lega a Lance Armstrong. E stufo dei media, annuncia il suo ritiro
Archivio Keystone
Il dottor Mito: "Niente sfugge ai controlli, il doping è per stupidi"
Il controverso dottor Ferrari viene trovato dal magazine Cycling Pro e torna a parlare del suo metodo, di doping e dell’amicizia che lo lega a Lance Armstrong. E stufo dei media, annuncia il suo ritiro
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Il dottor Michele Ferrari, professionista che ha fatto molto discutere nell’ambito del ciclismo, torna a parlare di sé. In un’intervista rilasciata al mensile italiano Cycling Pro, il dottore modenese ha indicato di seguire an...

Il dottor Michele Ferrari, professionista che ha fatto molto discutere nell’ambito del ciclismo, torna a parlare di sé. In un’intervista rilasciata al mensile italiano Cycling Pro, il dottore modenese ha indicato di seguire ancora una decina di ciclisti, di cui però non vuole rivelare i nomi.

Il dottore era balzato agli onori delle cronache per alcune sue dichiarazioni: nel 1999, celebre l’ammissione di avere sottoposto Francesco Moser ad alcune emotrasfusioni, che gli permisero nel 1984 di surclassare il record dell’ora detenuto da Eddy Merckx. Per questo comportamento fu squalificato dalla giustizia sportiva.

Quello che fece parlare nuovamente del dottore fu la pluriennale collaborazione con il team US POST, del quale faceva parte l’americano sette volte campione del Tour de France Lance Armstrong.

Il ciclista Filippo Simeoni, in quel periodo, accusò il medico italiano di prescrivere ai suoi atleti EPO e testosterone. Da queste dichiarazioni, oltre ad una grande polemica tra il campione texano e l’italiano, scaturì un’inchiesta che però non ebbe conseguenze per Ferrari: strenuamente difeso da Armstrong, l’accusa di frode sportiva cadde in prescrizione, mentre venne assolto da quella di doping perché “il fatto non sussiste”.

Oggi il dottor Mito, appellativo con il quale è conosciuto nell’ambiente, continua ad essere in contatto con il campione americano “ma non per consigli di tipo atletico. Abbiamo parlato, discusso di cose. Siamo amici. Come preparatore l’ho seguito fino al suo ritiro del 2005”, dichiara.

“É ovvio che abbiamo parlato di doping con gli atleti”, sostiene il dottore che da alcuni viene considerato il regista occulto del ciclismo mondiale. “Tutti l’hanno fatto. Ma parlato non per offrire soluzioni alternative. Una cosa era chiara: se ti dopi, vieni preso. Quando sento certe cose mi viene da ridere: ‘C’è una nuova sostanza che è introvabile … ’ Niente sfugge ai controlli, il doping è per stupidi”.

Il metodo Ferrari è presto spiegato: “L’unico modo per alzare i valori dell’ematocrito naturalmente è l’altitudine. Dosare attentamente l’altitudine e allenarsi sono gli unici modi per fare la differenza. Non è facile. È molto più facile dopare un ciclista”.

A conclusione dell’intervista arriva anche una frecciata ai media: “Nel 2011 mi ritirerò perché avrà accumulato anni a sufficienza per una pensione”. E dopo che farà? “Andrò in bicicletta, sperando che voi media la smetterete di gettarmi m… addosso”.

Foto d'apertura: Archivio Keystone

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