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“Sciopero” studentesco: quando la scuola diventa centro sociale!

Giovani UDC Ticino
Ti-Press / Elia Bianchi
Fonte RED
“Sciopero” studentesco: quando la scuola diventa centro sociale!
Giovani UDC Ticino

I Giovani UDC Ticino esprimono profonda preoccupazione per quanto accaduto negli istituti scolastici ticinesi e durante il corteo pomeridiano a Bellinzona in occasione della cosiddetta “Giornata per la Palestina”. Come già evidenziato nel nostro comunicato stampa del 18 ottobre, si è verificato ciò che temevamo: in diversi istituti sono stati invitati come relatori i soliti professori italici con marcata tendenza a sinistra, noti per la scarsa neutralità nei confronti di temi geopolitici complessi. Inoltre, la mattinata è stata sfruttata per preparare striscioni e materiale propagandistico da utilizzare nel corteo pomeridiano, trasformando gli spazi scolastici in laboratori di militanza politica. Nel pomeriggio, i docenti e una minoranza di studenti attivisti ha preso parte alla manifestazione a Bellinzona, mentre per la maggioranza degli studenti, solitamente disinteressati al conflitto in Medioriente, l’iniziativa si è tradotta in un’occasione per tornare anticipatamente a casa.

Il ruolo del SISA e dei comitati studenteschi

L’intera mobilitazione è stata orchestrata dal SISA, un presunto sindacato che si presenta come voce degli studenti, ma che in realtà è saldamente controllato da rappresentanti dei Giovani Comunisti, il cui coordinatore ha tenuto un discorso in piazza durante il pomeriggio. Questo sindacato avallandosi dei comitati studenteschi, le cui composizione e modalità di elezione non sono pubblicamente note, ha proposto alle direzioni scolastiche le attività del giorno, ben accolte dai docenti soliti a non perdere occasione per diffondere le loro idee sul mondo. Raramente, se non mai, i comitati li si vede impegnati in iniziative concrete volte a migliorare la qualità dell’insegnamento o il sostegno all’apprendimento. Si tratta, dunque, di una presunta rappresentanza studentesca che non risponde agli interessi reali degli studenti, ma piuttosto a logiche ideologiche estranee alla missione educativa della scuola.

Il Consiglio di Stato ignora la situazione

Il Consiglio di Stato, come da sua stessa dichiarazione in risposta alla nostra interrogazione parlamentare del 18 ottobre, mantiene un contatto stretto con le direzioni scolastiche e con i rappresentanti degli studenti, verosimilmente comitati studenteschi e SISA. Se le informazioni che riceve provengono principalmente da questi canali, non stupisce che non sia al corrente delle criticità, delle derive ideologiche e della parzialità didattica che si manifestano in troppi istituti. La mancanza di pluralismo informativo e la contaminazione ideologica del DECS compromettono la capacità delle autorità di valutare con obiettività l'impatto di certe iniziative scolastiche sulla formazione degli studenti. È necessario che il Consiglio di Stato si doti di meccanismi di verifica più trasparenti e imparziali, coinvolgendo anche realtà associative, genitori e docenti non allineati, al fine di garantire che la scuola rimanga un luogo di educazione e non venga strumentalizzata per fini ideologici.

I Giovani UDC Ticino continueranno a vigilare affinché la scuola resti un luogo di crescita, conoscenza e responsabilità, e non venga trasformata in un centro sociale ideologizzato.

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