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Luca Panizzolo

Gli imprenditori non sono sempre i colpevoli

Il dibattito sui salari ticinesi e le responsabilità del sistema economico
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Fonte Luca Panizzolo
Gli imprenditori non sono sempre i colpevoli
Il dibattito sui salari ticinesi e le responsabilità del sistema economico

BELLINZONA - Sabato sera, a Patti Chiari, si è tornato a parlare dei salari ticinesi, ancora una volta evidenziando come siano i più bassi della Svizzera. Un dato ormai noto, ma che continua a far discutere. Tuttavia, sarebbe forse il momento di smettere di attribuire la maggior parte delle colpe agli imprenditori, accusati di sfruttare la manodopera estera a basso costo.

La realtà del mercato, soprattutto nel settore edilizio, è molto più complessa. La concorrenza è agguerrita e molti operatori, pur di accaparrarsi i lavori, accettano condizioni insostenibili basando tutto sul ribasso dei prezzi. Una strategia che può forse garantire commesse nell’immediato, ma che sul lungo periodo mina la qualità, la sicurezza e la sopravvivenza stessa delle aziende.

A complicare ulteriormente le cose vi è la legge sugli appalti pubblici, che con il metodo dei punteggi finisce spesso per agevolare sempre le stesse imprese. Il sistema assegna punti per il prezzo più basso, per le referenze in lavori analoghi, per la formazione degli apprendisti e per la formazione continua. Tutti criteri importanti, ma che nella pratica creano un circuito chiuso dove le aziende già consolidate continuano a vincere, mentre quelle nuove o più piccole restano escluse perché non dispongono ancora di referenze o strutture adeguate per accumulare punteggi.

Va anche detto che molti imprenditori rispettano pienamente i contratti collettivi di lavoro, ma altri purtroppo no. I controlli inoltre sono troppo sporadici e questo crea un’inevitabile distorsione del mercato. A peggiorare la situazione contribuisce la presenza di diverse aziende estere che operano in Svizzera in modo sporadico praticando prezzi troppo bassi, condizioni con cui le ditte locali ticinesi non possono competere.

E poi ci sono gli speculatori immobiliari, un altro problema troppo spesso taciuto. Alcuni pretendono che per ottenere un lavoro si debba acquistare un appartamento nello stesso progetto oppure promettono altri cantieri futuri in cambio di sconti sempre maggiori. Un sistema perverso che mette sotto pressione le imprese serie e contribuisce ad alimentare una spirale al ribasso in cui la qualità e la professionalità rischiano di sparire.

Essere imprenditore oggi non significa fare soldi facili, ma assumersi responsabilità, pianificare investimenti, modernizzare le strutture e mantenere riserve per far fronte a imprevisti e insolvenze. È un lavoro di equilibrio e di coraggio, spesso sottovalutato.

Forse sarebbe più onesto guardare all’intero sistema e chiedersi se le regole attuali non stiano penalizzando proprio chi lavora seriamente e crea valore per il territorio.

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