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L'OSPITEI Giovani Leghisti si piegano ai diktat euro-atlantici

21.04.20 - 16:59
Daniela Falconi, membro di coordinamento della Gioventù Comunista
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I Giovani Leghisti si piegano ai diktat euro-atlantici
Daniela Falconi, membro di coordinamento della Gioventù Comunista

I Giovani Leghisti tacciano noi Giovani Comunisti di complottismo ed ingratitudine nei confronti dell’esercito. Eppure, come Gioventù Comunista abbiamo espresso a più riprese la nostra gratitudine nei confronti di tutti coloro che stanno contribuendo al superamento di questa grave crisi sanitaria, fra cui i civilisti e (finalmente) anche i giovani soldati. Tuttavia, lungi dal voler sminuire gli importanti sforzi compiuti da queste persone, crediamo che gratitudine e fanatismo siano elementi che non vadano di pari passo. In tal senso, lo stesso Giuliano Bignasca conosceva bene la differenza fra questi due termini esprimendosi di fatti contro l’acquisto di nuovi velivoli da guerra e a favore di una riduzione delle spese militari a vantaggio di quelle sociali. Oltre a contraddire le volontà di Bignasca però, i Giovani Leghisti compiono un passo ulteriore: non pare infatti disturbarli il fatto che il Consiglio Federale vincoli l’acquisto dei nuovi velivoli oltre che agli USA, all’Unione Europea. Questo suscita non pochi interrogativi circa la visione politica concreta di una giovanile che si vuole in difesa della sovranità svizzera e contro le imposizioni di Bruxelles. Insomma, oltre a rinnegare le loro origini, permettono che la Svizzera si renda sempre più succube del diktat euro-atlantico.

Verrebbe poi da chiedersi sei i Giovani Leghisti abbiano le fette di salame davanti agli occhi quando asseriscono che NATO, USA e i Paesi europei presi in considerazione dalla Confederazione siano entità completamente scindibili. La stessa Confederazione ha esplicitato di aver limitato il raggio d’acquisto a Paesi quali USA e Stati dell’Unione Europea. In questo senso, è pertanto lo stesso Consiglio Federale a palesare la restrizione dell’obbligo politico d’acquisto dei velivoli all’interno dello spazio NATO e non le congetture della Gioventù Comunista. Si da il caso infatti che gli stessi Paesi europei messi al vaglio per l’acquisto siano membri o associati NATO e collaborino pertanto all’interno di uno spazio d’interesse comune: quello Atlantico. I legami fra Paesi dell’UE e NATO risultano quindi di un’evidenza disarmante.

Occorre poi forse ricordare ai Giovani Leghisti che la Svizzera ha aderito nel 1966 al programma della NATO “Partenariato per la pace” e proprio un anno dopo al Consiglio di partenariato euro-atlantico? Trattandosi di un’alleanza a carattere militare e politico viene davvero difficile credere che l’esercito svizzero sia completamente indipendente da questa organizzazione nelle sue missioni come ad esempio quella in Kosovo. Sarebbe poi ancora più ingenuo credere che Swisscoy sia una “missione di pace”, sarebbe difatti più idoneo a fatti concreti definirla per quello che è: una forza militare di occupazione integrata nella KFOR sotto controllo della NATO, un’organizzazione guerrafondaia e imperialista. Si ricordi poi come la NATO abbia fatto utilizzo del nostro spazio aereo nazionale per interventi bellicistici all’interno di diversi Stati sovrani (dalla Libia alla Siria). Non è di certo questo che ci si aspetta dalla Svizzera e dalla direzione del suo esercito che dovrebbero attenersi alla neutralità che ci dovrebbe contraddistinguere!

Aldilà quindi delle provocazioni sterili dei Giovani Leghisti, appare evidente che le ragioni che hanno condotto all’esclusione di Paesi non nel raggio euro-atlantico siano tutto fuorché di matrice morale. Si sono più semplicemente volute evitare le ripercussioni politiche conseguenti al fatto che la Svizzera si sia purtroppo ormai ben impiantata nell’area NATO. È proprio per questo che la Gioventù Comunista rivendica a gran voce la necessità che le autorità elvetiche comincino finalmente a guardare oltre i confini europei, in modo da rompere questa catena di sudditanza. Infatti, se il movente di fondo fosse effettivamente di natura morale, allora la Confederazione avrebbe dovuto porsi qualche interrogativo riguardo la sua collaborazione, pluridecennale in ambito militare, con gli USA: in materia di dignità umana non serve pensare infatti agli orrori compiuti a Guantanamo o alle numerose note guerre a stampo imperialista, basta rivolgersi all’attuale attitudine del gigante atlantico nell’affrontare la crisi di Covid-19. Non è di fatti in Cina che la gente muore in grandi numeri per poi essere buttata in fosse comuni in quanto non possiede denaro sufficiente per potersi permettere le cure necessarie. Non è in Cina che numerosi senzatetto sono stati “parcheggiati” come auto in posteggi a Las Vegas mentre gli alberghi risultavano vuoti “causa Covid”. Ancora una volta, non è in Cina il luogo in cui non si possono chiudere le scuole in termini di prevenzione poiché altrimenti numerosi bambini verrebbero privati dell’unico pasto sicuro della giornata, ma nello Stato di New York. Detto ciò, occorre infine fare presente ai Giovani Leghisti che il comune a spingere maggiormente per incrementare i rapporti con la cattiva Cina è proprio quello con un sindaco leghista.  

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