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Nel Comune che vorrei...

Sheila Bruschetti candidata al Municipio e al consiglio comunale di Serravalle, Area Sinistra Verdi e Indipendenti
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Nel Comune che vorrei...
Sheila Bruschetti candidata al Municipio e al consiglio comunale di Serravalle, Area Sinistra Verdi e Indipendenti
Sono mamma di 3 bimbi e presidente/cofondatrice di un’associazione umanitaria: crescere insieme-kukua pamoja, che opera in Kenya. Nell‘immagine perfetta del comune che vorrei ci sono bambini di ogni etnia, lingua madre e diversità che g...

Sono mamma di 3 bimbi e presidente/cofondatrice di un’associazione umanitaria: crescere insieme-kukua pamoja, che opera in Kenya. Nell‘immagine perfetta del comune che vorrei ci sono bambini di ogni etnia, lingua madre e diversità che giocano a pallone in mezzo alle strade di paese, preparano pane e torte con gli anziani del posto e ascoltano le mille storie di un tempo ormai passato, di un posto troppo lontano, della gioventù, delle difficoltà, di gioie e dolori.

L’inclusione non costa nulla a fronte del progetto di diversi milioni dell’istituto scolastico a Malvaglia, basterebbe aprire le porte della scuola a chi porta storie di altri mondi, vicini o lontani. Un piccolo luogo comune dove far incontrare le generazioni, i paesi e i cuori. Inclusione degli anziani, inclusione di altre culture e soprattutto inclusione di tutti i bambini. L’inclusione di tutti i bimbi, anche di quei bambini che frequentano una scuola diversa, quelli che pochi conoscono e che hanno pochi amici con cui giocare. Gli anziani, gli anziani soli, a cui un momento conviviale con un bimbo può davvero rallegrare l’intera settimana. Infine le culture diverse, tanto affascinanti ma, forse, ancora un po‘ troppo tabù. Mi piacerebbe, e ne abbiamo anche bisogno, che si destinassero dei momenti specifici agli altri, renderli e renderci partecipi di un qualcosa che va oltre qualsiasi insegnamento scolastico. Imparare dalla vecchietta a fare maglia, scoprire i segreti della torta di pane perfetta dalla vicina di casa. Rincorrere un pallone aiutando un altro bambino che se no non potrebbe farlo.

Cucinare un Himbasha come o meglio di un eritreo. Soprattutto mi piacerebbe che si destinassero dei momenti a conoscere il diverso già da bambini; sia questa una diversità generazionale, di cultura o fisica. Confrontarsi con tutto ciò già da piccini, piano piano, porterà a prenderne confidenza, non averne più paura ma soprattutto a viverci con serenità; Rendendo questi bimbi degli adulti più consapevoli un domani; oltre ad essere un arricchimento culturale per chiunque di noi, in un mondo così globalizzato, dove bisogna restare competitivi, conoscere lingue e realtä diverse, sviluppare competenze come l’empatia e la comunicazione interculturale. Chi meglio di un comune può attivare la catena della conoscenza e dell’inclusività proponendo incontri, atelier e quant’altro per poter realizzare davvero il comune di tutti e di tutte le famiglie.

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