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L'OSPITE

No alla speculazione edilizia: salviamo Monte Brè!

Alberto Togni, Coordinatore sezione del Locarnese del Partito Comunista
No alla speculazione edilizia: salviamo Monte Brè!
Alberto Togni, Coordinatore sezione del Locarnese del Partito Comunista
Il Partito Comunista esprime il massimo sostegno alla giornata di mobilitazione organizzata per sabato 9 marzo dall'associazione “Salva Monte Brè”. Riteniamo fondamentale supportare sia il sit-in sul territorio oggetto de...

Il Partito Comunista esprime il massimo sostegno alla giornata di mobilitazione organizzata per sabato 9 marzo dall'associazione “Salva Monte Brè”. Riteniamo fondamentale supportare sia il sit-in sul territorio oggetto dell’attacco speculativo, sia la serata informativa e di dibattito organizzata a Locarno. Siamo felici che la popolazione si mobiliti (come nel caso della chiusura dell’ufficio postale di Orselina) per una regione che possa avere uno sviluppo sostenibile e attenta ai bisogni di tutti, senza discriminazione di appartenenza sociale e provenienza territoriale.

Il maxi progetto del resort è un progetto speculativo folle, destinato ai soli ricchi che non tiene conto del contesto nel quale va a inserirsi: a partire dalla deturpazione del territorio, si prosegue con i problemi logistici legati alla viabilità che andrebbe a creare e con l’apporto idrico che creerebbe grossi danni ecologici. Una politica, quella degli investimenti pomposi e delle grandi opere (tanto nel pubblico, quanto nel privato) – che il Partito Comunista ha denunciato negli anni su tutto il territorio cantonale – alla quale continueremo a opporci.

La risposta del Municipio di Locarno alle interpellanze dei gruppi progressisti in Consiglio Comunale è irresponsabile, e non fa che certificare la scelta rispetto alla politica pianificatoria del comune: il profitto viene prima di tutto. Lo vediamo quotidianamente con la cementificazione a fini speculativi, atta unicamente a riciclare (o a bloccare come investimento) capitali di ogni sorta.

Appartamenti e palazzi vuoti le cui conseguenze ricadono sull’ambiente e sul complesso della popolazione che abita il locarnese, colpendo in particolare le famiglie con redditi medio-bassi che devono fare i conti con i prezzi degli affitti in continua crescita.

Noi non ci stiamo, e nel nostro “Piano Tabù” proponiamo che l’edificazione (e il risanamento) degli immobili della regione – oltre alla gestione dell’esistente - debbano essere tese unicamente a realizzare un’urbanistica sociale a misura di cittadino senza alcuna discriminazione, permettendo a tutti di avere degli alloggi accessibili.

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