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L'OSPITE

Un chiaro NO a un’iniziativa sterile e inopportuna

Antonio Caggiano, Ceo New Job Costruzioni SA e Membro Società impresari costruttori Sezione Ticino
Un chiaro NO a un’iniziativa sterile e inopportuna
Antonio Caggiano, Ceo New Job Costruzioni SA e Membro Società impresari costruttori Sezione Ticino
Il 10 febbraio saremo chiamati a dire la nostra sull’iniziativa popolare «Fermare la dispersione degli insediamenti», promossa dai giovani verdi. In pratica vorrebbero bloccare, alla situazione attuale e a tempo indeterminato, le zo...

Il 10 febbraio saremo chiamati a dire la nostra sull’iniziativa popolare «Fermare la dispersione degli insediamenti», promossa dai giovani verdi. In pratica vorrebbero bloccare, alla situazione attuale e a tempo indeterminato, le zone edificabili del nostro territorio.

La mia posizione è chiara e netta: io dico no, perché si tratta di un’iniziativa inutile e controproducente.

Inutile perché non tiene conto del parere già espresso dalla popolazione svizzera, che nel 2013 ha accettato la revisione della legge sulla pianificazione del territorio. Quella legge definisce le zone edificabili sulla base del fabbisogno prevedibile per i 15 anni successivi, la riduzione delle costruzioni nelle zone sovradimensionate e un migliore sfruttamento delle zone già edificate. Quindi esiste da anni una misura legislativa pensata per tutelare il territorio e salvaguardare il paesaggio.

Controproducente perché propone una visione che danneggia la popolazione. La danneggia perché aumenterebbero i costi immobiliari e i relativi affitti. Perché chi possiede terreni edificabili, ma non ancora edificati, potrebbe perdere tutto il proprio patrimonio a titolo di compensazione, in quanto l’iniziativa prevede che ogni nuova zona edificabile vada compensata con il sacrificio di una superficie equivalente. Perché l’edilizia non riguarda solo le costruzioni private ma anche quelle pubbliche come le scuole, i centri sportivi, gli ospedali, i luoghi di svago. Perché serre, capannoni agricoli e stalle, non potrebbero più essere costruiti su terreni agricoli ma solo in zone edificabili dove costano molto di più, e questo comporterebbe un grave danno per i coltivatori e per le nostre valli. Perché allontanerebbe le imprese intenzionate ad investire in Svizzera, con tutto il danno che ne conseguirebbe a livello economico e occupazionale.

Siamo dunque di fronte ad un’iniziativa sterile e inopportuna, che non rispetta il parere già espresso dalla popolazione, che non tutela l’autonomia dei Cantoni e dei Comuni e rappresenta un vero e proprio attacco al progresso, sostenibile e razionale, del nostro territorio.

 

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