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GIANFRANCO SCARDAMAGLIAViolenza domestica legalizzata nelle separazioni: perché non c’è volontà d’intervenire?

14.03.23 - 17:29
Gianfranco Scardamaglia, coordinatore del Movimento Papageno e candidato al Gran Consiglio (Lista 13 nr. 71)
Gianfranco Scardamaglia
Violenza domestica legalizzata nelle separazioni: perché non c’è volontà d’intervenire?
Gianfranco Scardamaglia, coordinatore del Movimento Papageno e candidato al Gran Consiglio (Lista 13 nr. 71)

I vari media pubblicano articoli contro la violenza domestica. Nessuna parola tuttavia sulla violenza domestica legalizzata e istituzionalizzata contro i figli nelle separazioni e divorzi. Infatti, sebbene il codice civile svizzero preveda che l’autorità parentale congiunta sia di regola attribuita ad entrambi i genitori e la custodia possa esserlo in modo alternato tra di loro (ad es. nella misura del 50-75%), l’applicazione materiale del diritto di famiglia fatica a adeguarsi a questi cambiamenti legislativi. Difatti, i giudici (pretori e ARP) persistono a trovare motivi (solitamente artificiosi e strumentali) per continuare a concedere la custodia esclusiva a un genitore e all’altro i cosiddetti “diritti di visita”, togliendo di fatto ai figli una delle due fondamentali figure genitoriali e perpetrando di fatto “violenza domestica legalizzata” sui minori. Nonostante sia evidente che il bene dei figli non sia in alcun modo tutelato, questa prassi prosegue nell’assoluto incomprensibile silenzio delle autorità preposte e degli addetti ai lavori. Ai figli viene tolto un genitore (solitamente il papà), da un giorno all’altro e senza un motivo legato al rapporto relazionale esistente tra questo genitore e il figlio, bensì unicamente perché uno dei genitori non vuole più continuare la vita di coppia. Il figlio, automaticamente e senza potersi opporre, deve subire una gravissima e devastante violenza domestica attuata dai giudici che agiscono in nome e per conto dello Stato. Lo stesso Stato che mette in campo una miriade di interventi per “tutelare” questo figlio, contro cui però commette nel contempo una “incessante violenza domestica”, rendendolo “figlio orfano di genitore vivo”. Questa violenza legalizzata non verrà mai punita, anzi mantenuta e implementata con ogni mezzo da tutti gli operatori orbitanti attorno ai figli. Una “violenza domestica legalizzata” che permette agli addetti ai lavori addirittura di monetizzarla, creando lavoro e indotto economico. Insomma, un circolo vizioso che danneggia psichicamente, spiritualmente e fisicamente i nostri figli: modus operandi considerato paradossalmente legittimo dall’applicazione giuridica in vigore. Tuttavia, la sola soluzione per il bene dei figli è realizzare la mozione federale Nr. 22.4000 “Diritto della prole di beneficiare, di regola, della custodia alternata da parte dei propri genitori separati o divorziati” presentata il 26.9.22 dal CN Marco Romano e elaborata con il Movimento Papageno. La custodia alternata deve essere attribuita come regola dai giudici (pretori e ARP) tenuti ad attenervisi, indipendente dalla volontà dei genitori, i quali saranno supportati dalla mediazione obbligatoria, imposta al genitore recalcitrante che boicotta o ostacola la custodia alternata. In tal modo la lite non viene fomentata da uno dei genitori né da avvocati né da altri operatori. Il figlio potrà continuare a beneficiare di entrambi i genitori anche dopo la loro separazione… e la fabbrica dei divorzi subirà un incalcolabile danno economico.

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