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CANTONERipartire dopo l'incidente (e la quarantena): ecco un nuovo singolo per Max Deste

26.05.20 - 06:00
"Dolce far niente" elogia l'ozio (creativo e produttivo) ed è un inno alla liberazione, personale e della società
MAX DESTE
Ripartire dopo l'incidente (e la quarantena): ecco un nuovo singolo per Max Deste
"Dolce far niente" elogia l'ozio (creativo e produttivo) ed è un inno alla liberazione, personale e della società

LUGANO - L'ozio come lo intendevano i greci, ovvero un lasso di tempo da dedicare a se stessi o a occupazioni intellettuali, senza pensieri: è questo l'elemento centrale di "Dolce far niente", il nuovo singolo di Max Deste, il cui videoclip è visibile da oggi su YouTube e che sarà pubblicato sulle piattaforme di streaming e digital download nei prossimi giorni. È l'anticipazione di un progetto più esteso, che porterà all'uscita di un album il prossimo inverno.

Una canzone molto importante per Max (il cui vero nome è Massimiliano De Stefanis), registrata prima di un brutto incidente che lo ha visto protagonista nelle scorse settimane.

Come stai ora?
«Molto meglio ma è un percorso ancora lungo, che mi terrà occupato per mesi. Parlarne, per me, è una forma di esorcismo».

Cosa è successo?
«Sono caduto mentre andavo in bicicletta, qualche giorno dopo aver inciso il brano in studio. Stavo percorrendo una strada ciclabile e la causa è stata una buca. Ho rotto il braccio in modo grave e c'è stata una lunga e complessa operazione di ricostruzione. All'inizio ero abbastanza sfiduciato ma da qualche settimana posso di nuovo suonare la chitarra, pur con qualche dolore. Per me è come un'eruzione vulcanica, che sprigiona un grande senso di gioia e gratitudine. Dopo l'operazione mi è stato consigliato di vivere alla giornata, perché non era chiaro come si sarebbe evoluta la situazione».

Lo definisci il brano della tua "rinascita": come lo descriveresti al pubblico?
«È una ballata solare e mi ha dato l'occasione di tornare in una dimensione musicale più "calda", legata all'acustico. Manifesta quella voglia di positività che vedo così diffusa. È il brano della rinascita e della liberazione, sia mia personale che di tutti con la fine della quarantena. Questi elementi sono al centro del videoclip».

Un elogio dell'ozio ma anche un messaggio a chi insegue il mito dell'iperproduttività?
«Sì, a quelli che inseguono questo mantra del "fare" - che ci coinvolge tutti, me per primo, intendiamoci. La quarantena ci ha fornito un'occasione per rallentare ma ha fatto emergere anche delle difficoltà. Nello stare con se stessi, la paura della noia... La ripartenza deve saper trarre insegnamento da quanto è accaduto e trasformare le criticità in positività. Accettare quello che è accaduto e affrontare una nuova sfida».

La quarantena forzata ci ha fatto riscoprire l'amore e l'ozio (creativo e produttivo)?
«Lo spero. Il fatto di vivere una situazione di fermo forzato dovrebbe indurci a ripartire in maniera diversa e migliore da prima del Covid-19. Non dovremmo essere più superficiali e frettolosi, ma coltivare di più i rapporti. In generale dovremmo avere un occhio di riguardo all'ambiente. Il crollo dell'inquinamento e dei morti a esso causati dovrebbe farci riflettere».

Chi ti ha affiancato nella produzione di brano e videoclip?
«Ho coinvolto i miei cari nella realizzazione del video: è stata davvero una produzione in famiglia. Il singolo, invece, è prodotto dalla Eden Recording: gli arrangiamenti sono loro, testo e musica miei».

A chi dedichi la canzone?
«A tutti quelli che mi sono stati vicini in questo periodo travagliato, ma anche a chi è in prima linea nell'emergenza, come il personale sanitario e i militari. Ma non solo: chi ha aiutato gli anziani, chi è andato a fare la spesa per loro... La dedico a chi dà senza ambire a un tornaconto personale».

Ti auguri che possa diventare un tormentone estivo?
«È il mio auspicio... Tra l'altro ho deciso di pubblicare prima il videoclip della canzone perché ho voglia di metterci la mia faccia, il mio corpo: voglio mostrare che ci sono (e ci siamo) ancora».

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