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Contraccezione: maschi italiani ultimi in Europa per sterilizzazione volontaria

Contraccezione: maschi italiani ultimi in Europa per sterilizzazione volontaria
Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) - Sono oltre 50 milioni gli uomini che, nel mondo, si sono sottoposti a sterilizzazione volontaria. Una tecnica di contraccezione maschile che, però, non sembra convincere gli italiani. Il Bel Paese, infatti, con...

Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) - Sono oltre 50 milioni gli uomini che, nel mondo, si sono sottoposti a sterilizzazione volontaria. Una tecnica di contraccezione maschile che, però, non sembra convincere gli italiani. Il Bel Paese, infatti, continua a essere, in questo settore, il fanalino di coda in Europa e non solo.

A scoraggiare in particolare i medici che devono praticarla c'è soprattutto la mancanza di una legislazione 'precisa e certa', che rinunciano nonostante la giurisprudenza sia orientata a ritenere l'intervento richiesto dal paziente perfettamente lecito. A renderlo noto è la Società italiana di andrologia (Sia), che nel numero di aprile della rivista scientifica Giornale italiano di medicina sessuale e riproduttiva, 'Gimser', torna sull'argomento pubblicando uno studio che ha coinvolto anche quattro medici legali.

Secondo le stime dello studio, dal 1999 al 2003, in Italia sono stati effettuati 1.145 interventi di vasectomia a carico del Servizio sanitario nazionale, ma solo 400 di questi sono stati classificati come interventi di sterilizzazione maschile. Una percentuale, rispetto agli Stati Uniti, inferiore allo 0,1%. E se - dicono gli specialisti - nel resto del mondo e in Europa, la vasectomia volontaria sta diventando un metodo richiesto per il controllo della nascite, in Italia la confusione regna sovrana.

Per fare un confronto: negli Stati Uniti, dal 1994, si effettuano circa 500 mila interventi ogni anno di vasectomia volontaria. Mentre in Europa, in media, circa il 15% degli uomini di età compresa tra i 40 e i 74 anni ha optato per questo metodo contraccettivo, soprattutto nel Nord Europa. "In Italia già parlare di sessualità e contraccezione maschile sono tabù difficili da superare ", spiega l'andrologo Edoardo Pescatori, codirettore della rivista scientifica della Sia. Oltre a questo, "la legislazione del nostro Paese in materia - continua l'esperto - non è limpida. Nonostante in Italia l'orientamento giurisprudenziale sia quello di ritenere pienamente lecita la sterilizzazione consensuale per la contraccezione e di non sanzionare il sanitario che la pratica, le perplessità degli andrologi italiani sono ancora molte e ciò si riflette sul numero esiguo di interventi". Ma non solo.

"Il Ssn, che riconosce la legatura tubarica delle donne per la contraccezione - continua l'andrologo - non si è ancora pronunciato in maniera definitiva sulla vasectomia volontaria per gli uomini, nonostante la sterilizzazione maschile sia una risposta adeguata per le coppie consolidate e con figli, che nulla toglie alla qualità della vita sessuale della coppia. Un intervento non complicato: richiede un ricovero in day hospital, un'operazione in anestesia locale e due giorni di convalescenza".

L'analisi pubblicata dalla Sia indica che stando al "principio della buona medicina spetterebbe al Servizio sanitario nazionale farsi carico delle spese sanitarie relative all'intervento di sterilizzazione chirurgica maschile. Riteniamo - conclude Pescatori - che il Ssn dovrebbe sostenere queste spese in quanto, come avviene per le donne, si tratta di attività chirurgica che riguarda la funzione istituzionale di tutela della salute individuale e della coppia. Ma non solo: se il Ssn fornisse queste prestazioni, molti andrologi italiani sentirebbero le Istituzioni vicine al proprio lavoro e non respingerebbero le richieste di un crescente numero di pazienti fortemente motivati".

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