Cerca e trova immobili

SVIZZERASanzioni, dopo i russi ora tocca ai cinesi? «Preoccupate le grandi banche svizzere»

09.03.23 - 14:16
Sei dirigenti dei 10 principali istituti di credito confidano i timori dei clienti asiatici e si dicono scioccati dalle decisioni di Berna.
Deposit
Sanzioni, dopo i russi ora tocca ai cinesi? «Preoccupate le grandi banche svizzere»
Sei dirigenti dei 10 principali istituti di credito confidano i timori dei clienti asiatici e si dicono scioccati dalle decisioni di Berna.

ZURIGO - Solo due anni fa, in pochi avrebbero immaginato che la neutrale Svizzera avrebbe aderito a delle sanzioni internazionali. Ebbene, con lo scoppio del conflitto in Ucraina, è accaduto. La Russia è di fatto diventata per banche, assicurazioni e operatori commerciali un terreno minato. Nessuno ne parla volentieri, istituzioni comprese.

Con la conseguenza che la credibilità della neutralità rossocrociata, se non messa in discussione, è stata attentatamene soppesata da Berna, in base alle «violazioni delle norme fondamentali del diritto intenzionale».

Lo scenario internazionale preoccupa le banche - E in un quadro internazionale dove ora è Pechino ad avvicinarsi sempre più a Mosca, allontanandosi nello stesso tempo da Washington, esplicite in questo senso le dichiarazioni del neoministro degli Esteri cinese, Qin Gang, non è fantascientifico ipotizzare il rischio, per la nostra economia, di dover affrontare nuove sanzioni, e questa volta a scapito della Cina. Il timore è concreto ed esiste già nelle principale banche svizzere, costrette a confrontarsi con la crescente preoccupazione dei clienti cinesi.

Lo «shock» - «Siamo scioccati dal fatto che la Svizzera abbia abbandonato lo status neutrale», le parole rilasciate a questo riguardo al Financial Times da un consigliere di amministrazione, che si occupa del mercato asiatico di una grande banca elvetica. Il quotidiano finanziario dedica infatti un approfondimento all'effetto che le sanzioni, comminate a Mosca, hanno generato nei «molto preoccupati» clienti cinesi. Lo stesso dirigente ammette inoltre di «avere prove statistiche di centinaia di clienti in procinto di aprire un conto» che poi non lo hanno fatto.

Parlano sei delle dieci maggiori banche - Parole condivise dai dirigenti di sei delle dieci più importanti banche svizzere, preoccupati per la velocità con la quale Berna ha agito nei confronti della Russia, oltre che per la futura redditività e crescita economica. E che confermano che le domande dei clienti asiatici, a fine anno, erano sempre le stesse: se i loro soldi fossero ancora al sicuro. 

L'opinione degli analisti - Premettendo che il 10% del PIL confederato arriva dal settore bancario, Anke Reingen, analista finanziaria, ricorda al FT che «l'Asia è importante fonte di profitto per le banche svizzere», tanto che, sempre secondo l'esperta, le azioni delle banche «sono strettamente correlate agli indici asiatici». 

Come detto però, la tensione internazionale - con Usa e Ue da una parte e Cina Russia dall'altra - incrementa l'incertezza e pone al primo posto dei consigli di amministrazione la questione su come rassicurare e proteggere i conti dei clienti cinesi. «Stanno tutti preparandosi per quello che verrà dopo», ha confermato alla redazione britannica l'analista Andreas Venditti.

L'occhio Usa sulle ricchezze cinesi in Svizzera - Ma dall'indagine giornalistica emerge anche un ulteriore elemento spunto di riflessione. Un diplomatico americano attivo a Berna ha confidato che funzionari del suo ufficio «guardano da vicino» alle ricchezze cinesi in Svizzera, che a oggi - secondo il FT - resta il primo centro a livello mondiale in fatto ricchezza offshore, detenendo un quarto dell'ammontare totale.

E se non vengono rilasciate cifre sulla ricchezza cinese allocata nella Confederazione, qualcosa in più, ormai da tempo, si sa su quella russa: 7,5 miliardi di franchi è la cifra congelata dalle sanzioni, a fronte di un totale di ricchezza "domestica" pari a 46,1 miliardi, appartenenti a circa 7 mila e cinquecento cittadini russi. 

La clientela tipo - Ma qual è la tipologia del cliente cinese che "parcheggia" i soldi nelle nostre banche e che ora non si sente per niente tranquillo? Se i dati rilasciati lo scorso 2014 all' International Consortium of Investigative Journalists parlano di famiglie esponenti dell'élite politica ed economica di Pechino (come il figlio dell'ex premier Wen Jiabao), secondo le banche contattate dal FT, la maggior parte di essi sarebbero imprenditori con a portafoglio cifre che vanno dai 10 ai 50 milioni ciascuno. Perderli «sarebbe un duro colpo». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Taurus57 1 anno fa su tio
Fintanto che nel CF abbiamo oriundi agli esteri la neutralità svizzera è alla carte.

Taurus57 1 anno fa su tio
La Svizzera dovrebbe restarne fuori ed non più applicare quelle alla Russia. Le conseguenze in futuro potrebbero rivelarsi troppo pesanti anche per la ricca confederela.

carlo56 1 anno fa su tio
mi sa che sia troppo tardi per valutare il da farsi: ormai di fatto ci siamo già compromessi. È bene ricordare che la neutralità non è uno status che uno si attribuisce fine a se stesso ma necessita il riconoscimento degli altri paesi, specialmente delle grandi nazioni e di quelle potenzialmente pericolose. Fra queste la Russia (la prima a riconoscerci questo stratus nel passato) e la Cina. Essere riconosciuti neutrali da chi conta poco o non intimorisce nessuno non ha molto senso.

Fra Francesco 1 anno fa su tio
La Svizzera non deve seguire l’Europa manovrata dal quel Biden che sta mettendo in pericolo in mondo intero. La Svizzera deve restare neutrale e trattare i russi e i cinesi come ogni altro cittadino al mondo

UnoQualunque1 1 anno fa su tio
Risposta a Fra Francesco
Ahahah giusto! Supportiamo gli stati terroristici

ZioG. 1 anno fa su tio
Tutto va come deve andare

Lello 1 anno fa su tio
i nostri cari politici stanno mettendo in ginocchio il proprio popolo,le tasche sono vuote,e la pazienza quasi esaurita,tirate fuori gli zebedei

S.S.88 1 anno fa su tio
Sono d’accordo che i politici stiamo rovinando la Svizzera!

Lux Von Alchemy 1 anno fa su tio
Direi che i tempi d’oro delle “Banche Svizzere” (le realmente “Svizzere”, poche) sono terminati da molto. Già da scandali precedenti. Poi la fine del segreto bancario, grazie ad azione prorompente Americana e, ora, la mossa autodistruttiva di obliterare la “neutralità”. Beh, di neutralità vera direi sia difficile parlarne.. anche se l’immagine per decenni è stata questa. Si sta quindi tornando alla normalità, terminata l’era del bengodi grazie ai capitali non sempre chiari incamerati dalle famigerate banche Svizzere. Perché rammaricarsi..

falco8 1 anno fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
quale normalità? quella dettata oltreoceano? la CH non è mai stata 'normale'. a questo punto perchè esiste ancora? e perchè gli stranieri dovrebbero ancora investire in CH se basta una rapida decisione politica senza neanche consultare il popolo per bloccare indiscriminatamente gli averi di ditte o persone dal passaporto sbagliato?

falco8 1 anno fa su tio
molto preoccupante, non solo per le banche ma per tutta l'economia.

La vita è dura 1 anno fa su tio
I nostri politici stanno rovinando tutto!!

falco8 1 anno fa su tio
Risposta a La vita è dura
politici venduti, sudditi e schiavi di una potenza straniera. il solo fatto che hanno buttato alla spazzatura ciò che faceva della svizzera la Svizzera e senza neppure chiedere l'avviso al popolo, meriterebbe un colpo di stato e l'incriminazione dei membri del CF e del parlamento per alto tradimento.

APR-DRONE 1 anno fa su tio
Risposta a falco8
Ritrito sempre lo stesso motivetto: VIVIAMO in un paese DEMOCRATICO = SI ... Bene allora raccolta firme e LICENZIAMO tutti questi Signori/e e chiediamo che vengano giudicati per ALTO TRADIMENTO DELLA PATRIA.
NOTIZIE PIÙ LETTE