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STATI UNITIGli Stati Uniti hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno

24.04.21 - 18:29
«Ricordiamo in modo da rimanere sempre vigili contro l'influenza corrosiva dell'odio in tutte le sue forme».
keystone-sda.ch / STF (Evan Vucci)
Gli Stati Uniti hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno.
Gli Stati Uniti hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno.
Gli Stati Uniti hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio armeno
«Ricordiamo in modo da rimanere sempre vigili contro l'influenza corrosiva dell'odio in tutte le sue forme».
La risposta della Turchia non si è fatta attendere.

WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio degli armeni. Una dichiarazione è stata diffusa dalla Casa Bianca in occasione della giornata del 24 aprile, che commemora quanto avvenuto nel 1915.

«Ogni anno, in questo giorno, ricordiamo le vite di tutti coloro che sono morti nel genocidio armeno dell'era ottomana e ci impegniamo a impedire che una tale atrocità si ripeta» si legge nella nota diramata da Washington. «Onoriamo le vittime del Medz Yeghern in modo che gli orrori di ciò che è accaduto non vadano mai persi nella storia. E ricordiamo in modo da rimanere sempre vigili contro l'influenza corrosiva dell'odio in tutte le sue forme».

Molti dei sopravvissuti sono emigrati negli Stati Uniti, ricorda l'amministrazione democratica. «Con forza e resilienza, il popolo armeno è sopravvissuto e ha ricostruito la propria comunità. Nel corso dei decenni gli immigrati armeni hanno arricchito gli Stati Uniti in innumerevoli modi, ma non hanno mai dimenticato la tragica storia che ha portato così tanti dei loro antenati sulle nostre coste. Onoriamo la loro storia. Vediamo quel dolore. Affermiamo la storia. Lo facciamo non per incolpare, ma per garantire che quanto accaduto non si ripeta mai».

Guardando al futuro, a «un mondo non macchiato dai mali quotidiani del fanatismo e dell'intolleranza», il popolo americano «onora tutti quegli armeni che morirono nel genocidio iniziato 106 anni fa».

Il plauso dell'ambasciatore armeno

L'ambasciatore armeno negli Usa Varuzhan Nersesyan ha commentato: «Finalmente il presidente americano chiama le cose col loro vero nome e lancia un forte messaggio in difesa dei diritti umani». Quello del presidente Biden, aggiunge Nersesyan, «è un atto di grande leadership morale contro una lunga storia di negazionismo». Non si tratta di un atto del passato, conclude: «È una questione che riguarda tutti, per evitare nuovi genocidi nel futuro». Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha aggiunto: «È un passo potente».

La risposta turca

Non si è fatta attendere la risposta di Ankara: la Turchia «non riceve lezioni da nessuno sulla sua storia», ha commentato il ministro degli Esteri turco appena pochi minuti dopo la pubblicazione della nota della Casa Bianca.

L'omaggio di Macron 

Il presidente francese Emmanuel Macron si è recato a un memoriale del genocidio armeno nel centro di Parigi sottolineando in una lettera il «dovere» d'impedire «la negazione, la menzogna», ha osservato l'agenzia di stampa Afp. Lo ha fatto poco prima della dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che ha riconosciuto il genocidio armeno da parte delle truppe dell'Impero ottomano durante la prima guerra mondiale.

«Ricordare il passato, accettare la verità, rendere omaggio ai morti e rispettare la memoria dei vivi è nostro dovere per evitare di dimenticare, negare, mentire», ha scritto il Capo di Stato francese nella sua lettera al suo omologo armeno Armen Sarkissian e di cui Afp ha avuto una copia.

«Ricordiamo insieme le spaventose sofferenze di un popolo martirizzato». «Francia e Armenia sono unite nell'amicizia e nella fratellanza», aggiunge. «Impegnati al tuo fianco nella storia, siamo anche impegnati per il futuro, in un momento in cui il tuo Paese ha appena attraversato un conflitto così mortale in una regione in cui è stato versato troppo sangue», scrive Emmanuel Macron alludendo al recente Conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian. Chiede di «costruire una nuova pagina, quella della pace, della prosperità e della riconciliazione».

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