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REGNO UNITOJohnson: «Il Regno Unito diventerà il miglior Paese in cui vivere sulla Terra»

25.07.19 - 12:51
Il neo premier britannico ha confermato l'obiettivo di uscire dall'Ue il 31 ottobre e non ha risparmiato i superlativi. Proteste dall'opposizione
Johnson: «Il Regno Unito diventerà il miglior Paese in cui vivere sulla Terra»
Il neo premier britannico ha confermato l'obiettivo di uscire dall'Ue il 31 ottobre e non ha risparmiato i superlativi. Proteste dall'opposizione

LONDRA - Nel suo primo discorso da premier alla Camera dei Comuni, Boris Johnson ha confermato l'obiettivo di completare la Brexit per il 31 ottobre, aggiungendo - fra le proteste dei banchi dell'opposizione - di voler fare del Regno Unito «il miglior Paese in cui vivere sulla Terra».

Un paese «verde, prospero, fiducioso e ambizioso» che possa diventare «la prima economia in Europa», ha aggiunto ironizzando sulle «negatività» degli oppositori e dei pessimisti.

«L'accordo di May è già bocciato e inaccettabile» - Johnson ha inoltre seppellito l'accordo sulla Brexit raggiunto dalla ex prima ministra Theresa May. «È stato bocciato già tre volte da questa Camera e i suoi termini sono inaccettabili», ha incalzato, insistendo di voler «negoziare in buona fede un'alternativa con l'Ue» e ribadendo la sua convinzione che il cosiddetto backstop possa essere sostituito da altre soluzioni per garantire il confine aperto irlandese senza restare «nell'unione doganale e nel mercato unico».

«Non nomineremo un commissario europeo britannico» - Il Regno Unito non designerà «in nessuna caso» un nuovo commissario europeo britannico per l'esecutivo entrante dell'Ue guidato da Ursula von der Leyen, ha poi specificato Johnson ribadendo che non avrebbe senso. Il nuovo governo, infatti, è impegnato a portare a termine la Brexit e il divorzio del Regno da Bruxelles il 31 ottobre senza alcun ulteriore rinvio.

La flotta va rafforzata - Johnson, si è impegnato a incrementare i fondi per la difesa, e in particolare per la Royal Navy, alla luce della crisi innescatasi nel Golfo per la cosiddetta guerra delle petroliere con l'Iran. Johnson ha parlato della necessità di costruire nuove navi militari, anche per poterle «esportare», dopo i tagli alla difesa imposti negli ultimi anni dalle politiche di austerità di bilancio degli stessi governi Tory. Ma non è entrato nei dettagli della sua strategia verso Teheran.

Ha invece attaccato il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, anche su questo dossier, accusandolo di essere stato «pagato da Press Tv» e di «aver preso ripetutamente le parti degli ayatollah» contro gli Usa. «È incredibile che si debba anche solo pensare di poter avere fiducia in questo gentleman nella gestione della sicurezza nazionale», ha concluso il nuovo primo ministro.

Ue: «La nostra posizione non cambia» - «Abbiamo sentito il discorso di (Boris) Jonhson, non lo commenterò, ma voglio ribadire quella che è la posizione dell'Ue che rimane la stessa». Così la portavoce della Commissione europea Mina Andreeva a chi le chiedeva di commentare quanto detto ieri dal premier britannico che aveva evocato un nuovo accordo con l'Ue.

«Abbiamo raggiunto un accordo sul ritiro con il Regno Unito che è il miglior accordo possibile» e «siamo pronti ad aggiungere elementi sulla dichiarazione politica, ma non riapriremo l'accordo di recesso». Andreeva ha poi precisato che anche sul backstop «la nostra posizione non è cambiata, speriamo che il Regno Unito onorerà i suoi impegni sulla questione della frontiera» nordirlandese.

Corbyn all'attacco - Il leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn denuncia la mancanza di «un piano sulla Brexit» concreto e accusa il nuovo premier conservatore Boris Johnson di perseguire «uno sconsiderato piano verso il no deal» che sarebbe un disastro «per l'industria, i prezzi degli alimenti, i posti di lavoro».

Lo sfida inoltre a entrare nei dettagli sulla sua promessa di poter accantonare il backstop e individuare altre garanzie per mantenere il confine irlandese senza barriere.

Saluto polemico dalla Scozia - Il capogruppo degli indipendentisti scozzesi dell'Snp al parlamento britannico, Ian Blackford, ha salutato polemicamente il nuovo primo ministro Boris Johnson alla Camera dei Comuni come «l'ultimo premier di un Regno Unito unito», tornando a evocare la prospettiva di un nuovo referendum sulla secessione della Scozia. Ha poi definito «fantasie» i piani di Johnson di rinegoziare la Brexit con l'Ue, dicendosi convinto che il suo governo sarà «fermato dal Parlamento» sulla strada verso una possibile uscita dall'Unione senza un accordo.

«Lei non ha mandato in Scozia e non ha mandato in questa Camera», ha tuonato Blackford, contestando a Johnson di essere stato eletto solo dalla base degli iscritti Tory, lo 0,4% della popolazione del Regno. Johnson ha risposto ricordando in particolare come l'attuale leader dell'Snp, Nicola Sturgeon, sia stata eletta a suo tempo First Minister del governo locale scozzese al posto del suo predecessore, Alex Salmond, senza passare da elezioni, ma solo su designazione di partito. 

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