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Ecco il piano che salverà il petrolio

I sette ministri dell'Economia del G7 si riuniranno venerdì per approvare il nuovo testo
Depositphotos (carloscastilla)
Ecco il piano che salverà il petrolio
I sette ministri dell'Economia del G7 si riuniranno venerdì per approvare il nuovo testo
WASHINGTON D.C - Un tetto massimo per non perdere il petrolio. I principali funzionari economici del G7 presenteranno venerdì un piano volto a imporre alla Russia un prezzo oltre il quale i Paesi non saranno più disposti a importare i s...

WASHINGTON D.C - Un tetto massimo per non perdere il petrolio. I principali funzionari economici del G7 presenteranno venerdì un piano volto a imporre alla Russia un prezzo oltre il quale i Paesi non saranno più disposti a importare i suoi prodotti petroliferi. La misura è necessaria affinché la crisi non si inabissi sempre più.

I sette ministri dell'Economia del Gruppo dovrebbero rilasciare venerdì tutti i dettagli sul piano. Stando a fonti vicine ai lavori, si incontreranno virtualmente per approvare in via definitiva il progetto a cui lavorano dalla scorsa primavera e si impegneranno affinché venga messo in atto a partire da dicembre. Ma i dubbi sono molti e manca ancora molta strada.

Il piano - Nel mese di giugno l'Unione europea ha approvato un piano che vieta l'importazione di petrolio russo a partire dal prossimo dicembre. Bloccare il mercato vorrebbe però dire aumentare il prezzo delle (poche) risorse disponibili. A livello statunitense, scrive il Wall Street Journal, dove la dipendenza dal petrolio è prettamente nazionale, chiudere il rubinetto russo vorrebbe comunque dire far salire a 140 dollari il prezzo per barile (al momento è intorno agli 88 dollari).

Perciò i sette ministri hanno pensato di imporre un prezzo massimo ai prodotti petroliferi provenienti dalla Russia, un tetto oltre il quale nessun Paese del G-7 sarebbe disponibile a importare e a farsi carico del trasporto fuori dai confini russi.

Questo prezzo non è ancora stato stabilito, ma si cercherà di stabilire una cifra che sia conveniente per i Paesi importatori, ma anche per la Russia, perché non perda interesse a parlare affari. Affinché questo piano funzioni, è però necessario che Paesi come Cina, India e Sudafrica appongano la loro firma.

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