Cerca e trova immobili
ITALIA

Mike Bongiorno, la tomba resta vuota a due anni dalla morte

Da oltre sette mesi il loculo che custodiva le spoglie del presentatore, nel cimitero della frazione Dagnente di Arona, è vuoto
None
Mike Bongiorno, la tomba resta vuota a due anni dalla morte
Da oltre sette mesi il loculo che custodiva le spoglie del presentatore, nel cimitero della frazione Dagnente di Arona, è vuoto
TORINO - Quest'anno familiari e amici non avranno una tomba su cui piangere, nell'anniversario - il secondo - della scomparsa di Mike Bongiorno, che l'8 settembre 2009 morì per un improvviso malore mentre si trovava in vaca...

TORINO - Quest'anno familiari e amici non avranno una tomba su cui piangere, nell'anniversario - il secondo - della scomparsa di Mike Bongiorno, che l'8 settembre 2009 morì per un improvviso malore mentre si trovava in vacanza a Montecarlo. Da oltre sette mesi il loculo che custodiva le spoglie del presentatore, nel cimitero della frazione Dagnente di Arona, è vuoto.

È rimasta solo la lapide, che i ladri della bara di Mike avevano rimosso con perizia per compiere il loro furto sacrilego, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scorso. Un anniversario amaro, dunque, come amara è la lettera aperta, pubblicata stamattina su alcuni quotidiani, del figlio Michele: "Per quanto il clamore della notizia e lo sdegno suscitato in tutta Italia abbiano smosso un sentimento di solidarietà fortissimo - si legge - le ricerche investigative non hanno purtroppo portato a piste concrete per il ritrovamento". Ma la speranza non cede e Michele Bongiorno conclude con un appello: "Desideriamo chiedere alle istituzioni, alle forze dell'ordine, a chiunque sappia qualcosa di non abbandonarci e che venga fatto ancora tutto il possibile perchè sia risoltà questa situazione".

E infatti le indagini coordinate dalla Procura di Verbania, che proseguono tuttora, non hanno portato finora alla soluzione del caso: non c'è traccia della bara nè degli autori del clamoroso furto. In carcere - e poi agli arresti domiciliari - sono finiti soltanto tre uomini, accusati di tentata estorsione. Sono in attesa di processo, ma avrebbero solo provato il colpo per ottenere denaro sfruttando la popolarità del caso, senza avere alcun contatto con i veri autori.

La vedova Daniela Zuccoli, i figli e gli altri parenti più stretti si riuniranno comunque a Dagnente per la messa in suffragio, che molto probabilmente non verrà celebrata in parrocchia, ma in forma privata nella villa sul lago Maggiore che spesso era il 'rifugiò di Mike e della sua famiglia per giornate di relax. "Il dolore della famiglia è sempre grande, non hanno certo perso la speranza di potere riavere le spoglie del loro caro", ripete ogni volta che viene interpellato il parroco di Dagnente, don Mauro Pozzi.

Il sacerdote, amico della famiglia, fu uno dei primi nella fredda mattina dell'ultimo inverno ad apprendere dell'incredibile furto. Una banda - probabilmente di quattro persone - ma nessuno ha potuto mai appurarlo con certezza - trafugò la bara nel camposanto della piccola frazione sul lago Maggiore. Un lavoro 'pulitò che ha messo in difficoltà gli stessi specialisti della squadra scientifica e dei Ris chiamati a raccogliere impronte o altre tracce dei colpevoli.

Dopo avere trafugato la salma, i ladri scapparono nel buio della notte e della collina e neppure il sistema di telecamere potè immortalarli: non funzionava da tempo.

Dal 24 gennaio il mistero è rimasto impenetrabile, solo sciacalli e falsi allarmi hanno riempito il fascicolo dell'inchiesta condotta dalla Procura di Verbania.

La soluzione del caso sembrava prossima, a marzo, quando due muratori milanesi, Pasquale Cianci e Luigi Spera, furono 'beccatì nel centro di Milano mentre cercavano di estorcere denaro alla famiglia di Mike. Ma poi si accertò che i due non avevano alcun contatto con la banda. Su quel fronte l'indagine è chiusa. Un terzo uomo, un quarantenne torinese, è stato arrestato in estate: aveva consegnato al parroco di Dagnente un bigliettino con la richiesta di decine di migliaia di euro. Ma anche questa volta è stato un 'falso allarmè. Il 'giallo della bara di Mikè rimane un enigma.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE