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NORVEGIA

Strage di Utoya, i sopravvissuti tornano sull'isola della mattanza

Foto Keystone / EPA Hannibal Hanschke
Strage di Utoya, i sopravvissuti tornano sull'isola della mattanza
OSLO - I sopravvissuti della mattanza di Utoya, la piccola isola della Norvegia dove lo scorso 22 luglio Andres Behring Breivik massacrò a sangue freddo 69 ragazzi che partecipavano ad un campo estivo del partito laburista norvegese, hann...

OSLO - I sopravvissuti della mattanza di Utoya, la piccola isola della Norvegia dove lo scorso 22 luglio Andres Behring Breivik massacrò a sangue freddo 69 ragazzi che partecipavano ad un campo estivo del partito laburista norvegese, hanno fatto ritorno sul luogo del delitto.

In queste quattro settimane i segni del bagno di sangue sono stati accuratamente ripuliti, ma i 750 scampati alla furia omicida del 32/enne di estrema destra portano ancora sui corpi e nella memoria le cicatrici di quel giorno di straordinaria follia. In una sorta di 'giornata della memoria', accompagnati da agenti della polizia e da volontari della Croce Rossa ed anche dal premier Jens Stoltenberg e da alcuni ministri, in centinaia a bordo di piccoli battelli hanno raggiunto l'isolotto che, visto dal cielo, ricorda la forma di un cuore. Testimoni hanno descritto i loro volti: molti smarriti, altri rigati di lacrime altri ancora in profonda contemplazione.

"È stato incredibilmente doloroso essere lì, vedere i posti dove molti nostri amici sono stati uccisi, ma è stato anche bello tornare e vedere i ragazzi di nuovo tutti insieme a Utoya". Così Eskild Pedersen, leader dei giovani laburisti norvegesi, lui stesso sopravvissuto, descrive le emozioni provate oggi sul luogo teatro della carneficina. "Spero che Utoya tornerà ad essere quello che era prima del 22 luglio e sono convinto che l'estate prossima torneremo in molti", ha detto Pedersen, che ha incontrato la stampa dopo la visita.

Scampato alla follia del killer, il 21enne Adrian Pracon è tra coloro che ce l'hanno fatta a restare vivi. "So che sarà un giorno molto pesante da vivere, ma so anche che questo permetterà di ridurre il mio fardello in futuro", ha detto.

"Ho deciso di tornare a Utoya perché volevo un ricordo che non fosse fatto solo di lacrime, panico ed angoscia", ha confidato Pier Anders Langeroed, un ragazzo di 25 anni riuscito a sfuggire a Brievik con la forza dell'ostinazione e un pizzico di fortuna. Prima ha tentato, invano, di fuggire a nuoto. Poi, è stato ferito ad una spalla per un errore del killer che in realtà aveva mirato alla sua testa. "Tornare mi ha fatto molto meglio di quanto mi aspettassi", ha detto il ragazzo intervistato da una radio norvegese. Stretti in un abbraccio simbolico alle 13.00 i sopravvissuti di Utoya hanno osservato un minuto di silenzio. Poi insieme hanno intonato l'inno dei giovani laburisti e fatto partire un lungo applauso che si è udito fino alla terraferma.

Ieri era stata la giornata dei parenti delle vittime, approdati sull'isola per vedere dove sono stati uccisi i loro cari. L'ultima vittima di Breivik è stata sepolta giovedì scorso.

Ats Ans

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