Verranno interessate alcune roccaforti repubblicane. Nella seconda fase, ci saranno manzo e pollo, a dicembre la soia
BRUXELLES - La lista dei controdazi dell'UE è un attacco mirato all'America del presidente Donald Trump. Fuori bourbon, alcolici e formaggi, dentro i simboli delle roccaforti repubblicane. Dazi al 10% e 25% in tre fasi per pareggiare i conti con Washington e riscuotere nel complesso 20,9 miliardi di euro.
Il 15 aprile l'Europa rispolvera il vecchio elenco anti Trump con prime contromisure da 3,9 miliardi di euro (3,6 miliardi di franchi al cambio attuale): saranno colpite le iconiche motociclette Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 centimetri cubici), le automobili, gli yacht di lusso, i jeans Levi's, le magliette di cotone. L'affondo spazierà dai mirtilli rossi al burro di arachidi, dal succo d'arancia al mais dolce, per arrivare a tabacco da masticare, sigari e sigarette. Sotto torchio anche l'universo del benessere e della salute (oli, lacche, dischetti struccanti, camici), ma anche lavastoviglie, lavatrici, stufe e ceramiche. E poi acciaio e alluminio. A pagare pegno nel settore tecnologico saranno joystick, pile e batterie.
Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, il 16 maggio scatterà la fase due per un valore di 13,5 miliardi di euro. Il cuore pulsante dell'America repubblicana finirà sotto tiro con il manzo e il pollame di Nebraska e Kansas e il legname di Georgia, Virginia e Alabama. Colpiti anche forni, congelatori, asciugatrici e tosaerba. Sulla lista nera dell'UE spiccano zucchero, miele, cioccolata, caramelle, gomma da masticare, uova, frutta, verdure e i fondamentali da dispensa: caffè, tè, spezie, cereali, farine, oli, pasta, pane e biscotti. Nel fuoco incrociato finiscono anche le salse sacre del fast food a stelle e strisce - ketchup, maionese e mostarda - insieme a bibite e bevande nergetiche. Non si salvano neppure il tacchino - pur fiore all'occhiello del democratico Minnesota - e il gelato dall'Arizona. Colpita poi la moda: giacche, tailleur, sneaker, nonché l'intimo femminile dall'Ohio e dal Kentucky, cravatte e papillon made in Florida. Toccherà anche a shampoo, trucchi, dentifrici, saponi, filo interdentale. Persino rubini, zaffiri e smeraldi.
Il primo dicembre, infine, l'ultimo round da altri 3,5 miliardi: saranno colpite la soia della Louisiana, feudo elettorale del presidente della Camera dei rappresentanti (speaker), il repubblicano Mike Johnson, e le mandorle.