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Commenti razzisti in chat, via un viceministro

Andrew Gwynne, numero due del dicastero della Sanità, sospeso dall'incarico.
afp
Fonte ats ans
Commenti razzisti in chat, via un viceministro
Andrew Gwynne, numero due del dicastero della Sanità, sospeso dall'incarico.

LONDRA - Nuovo caso imbarazzante per il Partito laburista britannico e per il governo di Keir Starmer, costretto nelle scorse ore a silurare un componente dell'esecutivo e a sospendere un deputato coinvolti in scambi di messaggi WhatsApp - trapelati sui media - infarciti di contenuti e battute evidentemente razziste o inappropriate.

A cadere - dopo gli scandali vari costati già la poltrona a diversi a ministri o viceministri negli appena 7 mesi trascorsi dalle elezioni di luglio e dal ritorno al potere del Labour con la promessa di moralizzare la vita pubblica dagli abusi imputati ai precedenti governi Tory - è stata stavolta la testa di Andrew Gwynne, numero due del dicastero della Sanità, sospeso anche dal gruppo laburista alla Camera dei Comuni. Mentre un'azione disciplinare è stato avviata nei confronti del giovane deputato Oliver Ryan.

I due sono stati protagonisti almeno fino al 2022 di una chat interna a esponenti laburisti della zona di Manchester con scambi di messaggi bollati come «vili» dal Mail, tabloid filo-conservatore che ha potuto visionarli e li ha denunciati ieri in prima pagina. Messaggi contenenti fra l'altro notazioni razziste sulla veterana Diane Abbott, esponente della sinistra interna del Labour vicina all'ex leader Jeremy Corbyn e prima deputata di pelle nera nella storia del Regno, e parole sessiste contro la stessa vicepremier attuale Angela Rayner.

Nonché accenni antisemiti sul defunto psicologo americano Marshall Rosenberg, teorico della non-violenza, liquidato come «troppo ebreo» ed equiparato a un agente del Mossad. O ancora sarcastici auspici alla morte verso un'elettrice 72enne che protestava contro la gestione dei rifiuti di un'amministrazione laburista locale.

I provvedimenti punitivi dimostrano che «comportamenti del genere non sono e non saranno tollerati», hanno commentato Downing Street e figure di governo vicine a Starmer. Mentre i due reprobi si sono scusati pubblicamente. Lo scandalo tuttavia resta, tanto più che - come scrive il Mail - altri esponenti governativi laburisti risultano fra i nominativi della chat incriminata.

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