«Accese» le discussioni in seno all'Unione europea in merito al finanziamento del sostegno militare a Kiev
BRUXELLES - Finanziare il sostegno militare all'Ucraina con i soldi russi. Se ne discute ormai da mesi a Bruxelles, ma non tutti sembrano essere d'accordo. Sono oltre 300 miliardi i fondi sequestrati alle aziende e alle agenzie di Stato russe presenti sul territorio europeo, e sulle quali gli alleati di Kiev sono riusciti a mettere le mani. Congelare gli asset e ritorcerli contro Mosca, questo il piano dell'UE, sintetizzato in una risoluzione, passata al voto degli Stati membri dell'Unione nella giornata di lunedì. Ma qualcuno fa opposizione.
È l'Ungheria di Viktor Orban. Da tempo critica nei confronti del sostegno occidentale all'Ucraina e ostile a ogni tentativo di escalation. La mano stretta è quella di Putin. L'alto rappresentante per gli Affari Esteri, Josep Borrell, non ha voluto sbilanciarsi sulle motivazioni che hanno spinto la delegazione ungherese a votare contro la risoluzione. «Abbiamo avuto una discussione intensa o addirittura accesa sul sostegno militare all'Ucraina, che sta incontrando alcuni ostacoli per raggiungere l'unanimità necessaria a renderlo effettivo», ha dichiarato Borrell, qualificando l'approccio di Orban come «pro-russo».
Le discussioni sembrano allinearsi su un punto. Per quanto le motivazioni dell'Ungheria possano essere giustificate e legittime - e qui si fa anche riferimento al sostegno politico di cui Orban gode a Mosca - esse dovrebbero essere «proporzionali» alla situazione sul campo e all'urgenza di fornire sostegno logistico e militare a Kiev. Questa l'opinione di alcuni Stati membri dell'Unione, intervenuti durante la seduta di lunedì.
La questione è la seguente: quanto tempo ancora Orban riuscirà a reggere il fronte? La pressione sta decisamente aumentando e la pazienza degli Stati dell'Unione volge al termine. Ma l'Ungheria si ostina a nuotare contro corrente: «Insistiamo sulla necessità di promuovere la pace, di fermare le uccisioni insensate e di prevenire l'escalation di questa guerra», ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, promettendo di bloccare un ulteriore pacchetto di 6,5 miliardi di euro all'Ucraina.