Cerca e trova immobili
LIBANO

Le ferite lo hanno ucciso due anni dopo l'esplosione

Con la morte di Abderrahman Bishnati sale a 245 il bilancio delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut del 2020
AFP
Fonte ats
Le ferite lo hanno ucciso due anni dopo l'esplosione
Con la morte di Abderrahman Bishnati sale a 245 il bilancio delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut del 2020
BEIRUT - Con la morte, annunciata nelle ultime ore in Libano, di un membro della protezione civile libanese, rimasto gravemente ferito nella devastante esplosione del porto di Beirut dell'agosto del 2020, sale a 245 il numero di persone rimaste uccis...

BEIRUT - Con la morte, annunciata nelle ultime ore in Libano, di un membro della protezione civile libanese, rimasto gravemente ferito nella devastante esplosione del porto di Beirut dell'agosto del 2020, sale a 245 il numero di persone rimaste uccise.

Si è trattato di una delle dieci più potenti deflagrazioni non nucleari della storia che ha devastato un terzo della capitale libanese.

Secondo l'agenzia libanese Nna, Abderrahman Bishnati è morto dopo una lunga sofferenza a causa delle gravi ferite riportate nella deflagrazione.

Bishnati si aggiunge alle 240 vittime finora identificate, facendo salire a 241 il numero dei morti a cui è stato possibile dare un nome e un cognome. Rimangono non identificati quattro corpi, di tre donne e un uomo.

Inchiesta bloccata
L'inchiesta libanese sull'esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, per anni custodite nel porto, al centro della capitale libanese, è di fatto bloccata dalle misure giudiziarie messe in atto dall'oligarchia politica al potere in Libano.

Il giudice Tareq Bitar, incaricato delle indagini, è stato da più di un anno bloccato di fatto nel suo lavoro da una lunga serie di tentativi di ricusazione presentati dagli avvocati di alcuni ex ministri e deputati e da pressioni politiche culminate con gli scontri di strada della metà di ottobre del 2021 a Beirut.

Alcuni ex ministri e deputati sono stati accusati formalmente, assieme ai vertici di sicurezza e istituzionali, di essere stati al corrente della presenza del materiale altamente esplosivo nell'hangar numero 12 del porto di Beirut, e di aver permesso che il nitrato di ammonio potesse rimanere incustodito in quella sede, a pochi passi dal centro abitato della capitale.

Nell'esplosione del 4 agosto del 2020, oltre ai 245 uccisi ci sono stati più di 6.500 feriti, molti dei quali menomati a vita, 330mila persone hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro case.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE