Lapidato per aver bruciato un Corano

È stato circondato da almeno 300 persone e colpito a morte con sassi. La polizia: «La vittima era mentalmente instabile»
È stato circondato da almeno 300 persone e colpito a morte con sassi. La polizia: «La vittima era mentalmente instabile»
ISLAMABAD - Un atto blasfemo, un corpo lapidato. Un uomo è stato condannato a morte dai fedeli per aver bruciato un Corano all'interno di una moschea. Secondo la sua famiglia, era mentalmente instabile.
Ne ha bruciato uno e poi ha tentato di bruciarne un altro. A lanciare l'allarme è stato il custode della moschea di Tulamba, un villaggio della regione del Punjab. In quel momento, altri fedeli stavano giungendo nel luogo consacrato per le preghiere della sera e, quando hanno visto il 41enne che dava fuoco ai testi dell'Islam, lo hanno circondato e portato fuori. La polizia ha cercato di intervenire, ma i circa 300 uomini inferociti li hanno presi a sassate costringendo le autorità a ripiegare e ad aspettare i rinforzi.
Nel frattempo però, l'uomo ritenuto colpevole di blasfemia è stato lapidato e il suo corpo appeso a un albero. Le forze dell'ordine sono riuscite a tirarlo giù e a consegnare la salma alla famiglia. Inoltre hanno arrestato 80 uomini. Il capo della stazione di polizia, riporta la Abc, ha spiegato che l'uomo era ritenuto mentalmente instabile da 15 anni, «spesso scompariva da casa per giorni chiedendo l'elemosina e mangiando qualunque cosa trovasse».








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