L'orrore in corsia dopo gli attacchi a Kabul: «Notte in bianco tentanto di salvare più vite possibili»

«La situazione è drammatica ma continuiamo a lavorare senza sosta» affermano dall'ospedale di Emergency
KABUL - «Raramente abbiamo visto una situazione così». È perentorio Alberto Zanin, il coordinatore medico a Kabul dell'ong italiana Emergency.
All'ospedale che si trova nella capitale afghana, dopo la prima esplosione di giovedì, «abbiamo iniziato a ricevere pazienti, un afflusso continuo che è andato avanti per ore. Abbiamo ricevuto più di 60 feriti, 16 sono morti all’arrivo o poco dopo. Abbiamo operato tutta la notte, lavorando senza sosta per salvare quante più vite possibili».
Sono state ore tremende per il personale impegnato a soccorrere e cercare di salvare vite. «Sono arrivate donne, uomini e bambini in condizioni gravissime, con ferite multiple da schegge e frammenti dell’esplosione. Il nostro ospedale è pieno, abbiamo usato tutti gli spazi disponibili e aggiunto letti extra per far fronte all’afflusso continuo di vittime e feriti».
Zanin non nasconde che quanto avvenuto ieri sia uno di quei momenti che lasciano un segno: «Sono stati momenti terribili: attorno all’ospedale c’era il panico, chi arrivava non riusciva a parlare, molti erano terrorizzati, con gli occhi totalmente persi nel vuoto, lo sguardo assente».
L'impegno di Emergency prosegue. «La situazione è drammatica ma continuiamo a lavorare senza sosta, insieme ai nostri colleghi afgani, perché mai come adesso è importante non lasciarli soli e continuare a salvare vite».




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