Le critiche per l'intervento sui migranti di Kamala Harris

Arrivano dal suo stesso partito per voce di Alexandria Ocasio-Cortez ma anche da diverse Ong e associazioni umanitarie
WASHINGTON D.C. - L'invito ai guatemaltechi a non recarsi negli Stati Uniti, da parte della vicepresidente Kamala Harris non ha mancato di generare diverse polemiche, anche a parte dei compagni di schieramento.
Incaricata da Joe Biden di affrontare una delle più annose sfide degli Stati Uniti, Harris si è obiettivamente (e forse pure suo malgrado) trovata fra le mani una patata bollente che riunisce una componente umana innegabilmente drammatica - a cui in qualche modo bisogna porre rimedio - a una politica sensibile a gran parte dei democratici.
Non è quindi un caso che la voce più dura arrivi (via Twitter) proprio da Alexandria Ocasio-Cortez, che come altri parlamentari dem ha alle spalle un passato di migrazione: «Primo: cercare asilo negli Stati Uniti passando da uno dei suoi confini è una modalità assolutamente legale, secondo: gli Usa hanno passato decenni a destabilizzare l'America Latina, non possiamo dar fuoco a casa loro e poi dar loro la colpa se vogliono scappare».
Critiche, nei confronti delle decisioni di Harris (e dell'amministrazione Biden) anche diverse Ong e associazioni umanitarie che si occupano dei migranti latini. All'argomentazione di Ocasio-Cortez sulla legalità, diverse di queste aggiungono la questione della tutela della salute e dell'incolumità dei migranti, piuttosto che la dissuasione fine a sé stessa.




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