La sentenza sulla definizione biologica di donne che allarma la comunità Lgbtq+

I trans non hanno diritto a essere riconosciuti come donne, secondo la Corte Suprema.
LONDRA - La sentenza odierna della Corte Suprema britannica che ha delimitato la definizione legale di donna alle persone che siano biologicamente di sesso femminile per nascita è stata criticata come «incredibilmente preoccupante per la comunità transgender» da varie organizzazioni impegnate in materia di diritti Lgbtq+ come Stonewell.
Reazioni positive invece da diversi gruppi femministi e dall'opposizione Tory; mentre il governo laburista moderato di Keir Starmer si limita per ora a prendere atto.
La sentenza secondo cui i transgender non hanno diritto a essere riconosciuti come donne dalla legge «protegge i diritti delle donne e delle ragazze in tutto il Regno Unito». Lo ha dichiarato JK Rowling sul suo profilo X.
La scrittrice ha elogiato quanto fatto dalle femministe scozzesi del gruppo For Women Scotland che avevano presentato il ricorso arrivato fino al più importante tribunale del Regno. «Sono orgogliosa di voi», ha sottolineato la madre letteraria di Harry Potter, attiva da tempo nella polemica contro la cosiddetta «ideologia gender» e in difesa della «differenza biologica» delle donne.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!