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UNIONE EUROPEA

Quei morti sulla coscienza dell'Ue

Continuano a diminuire i migranti irregolari che entrano in Europa. Ma le organizzazioni umanitarie lanciano l'allarme.
IMAGO
Soldato al confine tra la Polonia e la Bielorussia
Fonte TheGuardian
Quei morti sulla coscienza dell'Ue
Continuano a diminuire i migranti irregolari che entrano in Europa. Ma le organizzazioni umanitarie lanciano l'allarme.

BRUXELLES - La politica migratoria dell'Unione europea è in profondo mutamento. Con l'avanzare dei partiti di destra e di estrema destra in Paesi come la Germania e l'Italia - e in particolar modo in seno alle istituzioni europee - la prassi si sta sempre più allineando al contenimento dei flussi migratori, a scapito di una maggiore protezione delle persone che legalmente o illegalmente giungono in Europa in cerca di stabilità e sicurezza.

Lo testimoniano i dati pubblicati da Frontex, l'agenzia di sorveglianza delle frontiere esterne dell'Unione europea, che in un comunicato annuncia che il numero di migranti entrati in maniera irregolare sul territorio dell'Unione nel primo quadrimestre del 2025 è diminuito del 30% rispetto allo stesso periodo del 2024, una tendenza che si conferma in linea con i dati dell'anno precedente, che avevano visto una simile diminuzione dei flussi migratori dal Nord Africa, dai Paesi arabi e dall'Asia occidentale.

Ma secondo le principali organizzazioni umanitarie, la suddetta diminuzione non è da intendere come una riduzione dei flussi migratori, anzi - le motivazioni che storicamente spingono le persone a lasciare il proprio Paese, come il cambiamento climatico, le guerre o l'instabilità economica, si stanno manifestando con sempre maggiore intensità - ma in una loro gestione più severa da parte di Frontex e dei Paesi (in particolare la Libia e la Tunisia) che intrattengono accordi con le principali potenze europee, accordi che implicano anche una risoluzione "a monte" del problema migratorio.

Cosa comporta tutto ciò? Un aumento delle violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti: «La diminuzione (delle entrate irregolari, ndr) non significa che ci siano meno persone in movimento», ha dichiarato la consulente legale del Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, commentando i dati di Frontex. «Significa che stiamo assistendo a un numero maggiore di persone contenute in condizioni orribili in Libia e Tunisia, condizioni che equivalgono a crimini contro l'umanità. E questo con l'approvazione e la cooperazione dell'Ue».

Le fa eco la portavoce di Human Rights Watch, Judith Sunderland: «Non dimentichiamoci del costo pagato dalle persone che annegano nel Mediterraneo, che vengono picchiate e respinte al confine tra la Polonia e la Bielorussia e che rimangono intrappolate nelle foreste, nei deserti e negli acquitrini situati ai confini dell'Europa». E ancora: «Questi abusi non sono effetti collaterali della politica migratoria europea, ma la voluta conseguenza di una strategia che privilegia il contenimento rispetto alla protezione».

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