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GUERRA IN UCRAINAPutin, da "zar" a "messia". Ecco perché la guerra non finirà presto

10.01.24 - 12:23
L'economia di Mosca regge e il tempo che scorre sembra favorire Putin. Lo "zar" della nuova Russia è messia di un nuovo "jihadismo ortodosso"
Keystone
Putin, da "zar" a "messia". Ecco perché la guerra non finirà presto
L'economia di Mosca regge e il tempo che scorre sembra favorire Putin. Lo "zar" della nuova Russia è messia di un nuovo "jihadismo ortodosso"

LUGANO - Il ministro della Difesa tedesco a dicembre ha dichiarato che non è escluso un conflitto diretto tra la Russia e l'Europa, entro la fine del decennio. L'economia russa si sta ridefinendo come economia di guerra, ed è appunto la guerra a ridisegnarne la nuova dimensione, sull'asse militare-industriale che attira a sè sempre più risorse.

Putin da oltre un mese sta martoriando l'Ucraina con attacchi di terra e lanciando quantità di missili come non aveva mai fatto. E il tutto in un contesto di piccole vittorie di parte, che lasciano davvero poco intravedere la possibilità di un armistizio o di una vittoria definitiva di una delle due parti.

«Né un conflitto congelato né la pace»
Sono questi e tanti altri gli elementi oggettivi che non fanno pensare a una prossima conclusione della guerra tra Mosca e Kiev, forse nemmeno entro l'anno. Con gli ucraini che in questa fase del conflitto stanno estendendo attacchi anche fuori confine. Senza contare poi anche le ultime parole, che seppur di parte, hanno però un peso politico perché pronunciate dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, secondo cui la Russia non vuole «né un conflitto congelato né la pace».

Putin, tra Kirill e Dugin
In tutto questo c'è lui, Vladimir Putin che sta intercettando su di sé non più solo il totalitario potere politico ma che, da tempo, a fianco del patriarca Kirill, assume una sua sempre più evidente connotazione messianica. Zar di una nuova Russia, lontana da quella comunista, atea ed equamente distante da tutte le religioni, ma che ora rivendica un ruolo di leadership (anche) spirituale - quello più volte rivendicato dall'ideologo Dugin - che innalza il patriarcato di Mosca a "nuova Roma", contro l'«occidente corrotto».

"Jiadismo ortodosso"
Immagine dal sapore spirituale e antico, che quest'anno è balzato ancor più all'occhio con la celebrazione "in solitaria" del Natale della Chiessa russa, lo scorso 7 gennaio. Dopo che Kiev ha deciso di scegliere il 25 dicembre come giorno ufficiale della festa.

Ne è convinto l’intellettuale e teologo Don Stefano Caprio - già cappellano presso l’Ambasciata Italiana a Mosca - che su Asia News riprende la dichiarazione dell'arcivescovo di Zelenograd, vicinissimo a Kirill, Savva (Tutunov). Per il quale il Natale appena trascorso rappresenta «la rinascita della Russsia Ortodossa e del popolo russo, sotto l’aquila bicipite, dove si rifonde la grande famiglia degli slavi». Ecco dunque il richiamo pericoloso all'etnia, in una sovrapposizione tra potere spirituale e temporale, da cui si è originato il messianismo politico che impera ora a Mosca e che non è esagerato definire come "jiadismo ortodosso".

Economia di guerra e industria militare
Quanto invece all'aspetto economico. In pochi avrebbero scommesso in un cambiamento di rotta così marcato, telecomandato dallo "zar". Che di fatto ha saputo digerire le sanzioni occidentali. Certamente pagandolo con un po' di inflazione (7.5% a novembre) conseguente al "pompaggio" delle sovvenzioni statali, in quella che appare essere sempre più un'economia di guerra.

Perchè? Per prima cosa per aver sottratto forza lavoro, soprattutto manodopera, al Paese. Che sconta la mobilitazione di almeno un milione di arruolati (1, 32 milioni secondo CorSera). Sono state poi forzatamente ridotte le esportazioni di gas e carbone verso l'Europa. Cosa che conduce a una stagnazione del mercato. Isolate le banche dal resto del mondo, perché escluse dal sistema swift che consentiva alle imprese di commerciare all'interno del sistema creditizio internazionale.

E poi c'è il "core business". Quello dell'industria militare, che attira investimenti e forza lavoro, arricchendo gli oligarchi del settore, a scapito però degli altri comparti e dei cittadini comuni.

I "Paesi amici"
Proprio questi ultimi e le piccole imprese non beneficiano certamente della perdita del potere d'acquisto del rublo. Un cane che si morde la coda insomma, visto che le imprese di beni di largo consumo faticano a rilanciarsi, con la necessità di pescare dall'import e contribuire così all'indebolimento monetario.

Proprio a questo proposito, per sostenere la moneta, la Banca centrale prevede di vendere valuta estera - da ieri e fino al 12 gennaio - per 10,1 milioni di dollari al giorno (dato Marketscreener). E come dimenticare il commercio, che ha trovato la sua via d'uscita verso i Paesi "amici", su tutti Cina, India, Turchia, Brasile e Sudafrica.

Considerando che poi Putin è comunque "seduto" su una montagna di materie prime, ecco in parte spiegata la resilienza dell'economia russa. Che è comunque in grado di produrre una tonnellata di acciaio - pane dell'industria - a prezzi bassi e che in Europa possiamo solo sognarci.

Il 24 febbraio 2022 è sempre più lontano
Infine c'è il fattore tempo. Il 24 febbraio 2022 è sempre più lontano e il tempo che passa non scalfisce Putin, con l'opinione pubblica europea che è sempre più infastidita dal protrarsi del conflitto. Ma non solo, la tensione in Medio oriente ha distolto l'interesse della gente comune, oltre a concentrare nuove energie americane verso Gaza.

Tanto che sia gli aiuti USA che quelli UE sono calati drasticamente. Se Biden deve fare i conti con il Senato, che ha bloccato circa 61 miliardi di dollari, l'UE sconta l'opposizione interna di Orban.

E se appare inverosimile che a sostegno della causa palestinese a Gaza l’Iran possa alzare la testa contro Israele e USA, il fronte russo-ucraino sembra invece avere infinite possibilità di escalation. Proprio nel cuore dell'Europa.

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COMMENTI
 

Arcadia7494 3 mesi fa su tio
Mi raccomando, difendete ancora lo Zar.. pardon.. il MeZZia.. eh ma lui è in Ucraina per i na Z isti , per la minaccia esistenziale, per il geno-cidio e il resto di bal-le assortite...

Dred 3 mesi fa su tio
Beh, considerando che al momento il 40% del bilancio pubblico russo è dedicato alla guerra, mi chiedo quanto possano andare avanti in questo modo.

s1 3 mesi fa su tio
Risposta a Dred
verifica meglio le cifre e ritenta. il SIPRI elenca cifre differenti per il 2023 e il 2024. fino a prova contraria sono gli usa ad avere il maggiore budget difesa/militare/veterani al mondo e anche di un bel po' e anche da parecchio tempo...e se investi nell'esercito lo devi usare. e infatti lo stanno usando non dal 2022 ma ininterrottamente dalla fine della seconda guerra mondiale.

Dred 3 mesi fa su tio
Risposta a s1
Sul sito che mi hai dato ho trovato un articolo in cui dicono che la spesa militare russa prevista per il 2024 è pari al 35% del bilancio pubblico. Non molto differente da quanto affermavo io. Però ammetto che quel sito è enorme e non l'ho controllato tutto. Tu che valore hai trovato?

Dred 3 mesi fa su tio
Risposta a Dred
Gli USA invece dovrebbero essere intorno al 20% (circa 886 miliardi di spese militari su 4400 miliardi di entrate).

El Lobo loco 3 mesi fa su tio
Bisognerà anche vedere fino a quando la popolazione sarà disposta a tollerare le migliaia di morti di figli e mariti che non torneranno più a casa... Anche questo va considerato secondo me.

NoMainstream 3 mesi fa su tio
meglio una economia 'di guerra' che una economia di x erda cari atlantisti

carlo56 3 mesi fa su tio
be’… solo gli ingenui potevano pensare di fermare una guerra con le sanzioni economiche! nella storia non è mai accaduto infatti. Così facendo noi intelligentissimi occidentali abbiamo ottenuto tre cose: spingere la Russia nelle braccia del suo nemico cinese (il nemico del mio nemico è mio “amico”), spingere la Russia a compensare con la scirciatoia dell’economia di gierra (come quella con cui Hitler negli anni ‘30 portò fuori la Germania dalla crisi economica estrema in cui si trovava dopo la sconfitta della 1. guerra mindiale), e creare una rottura secca fra occidente e tutti gli altri. Dalla storia abbiamo imparato molto poco…!

s1 3 mesi fa su tio
finalmente un articolo che analizza in modo oggettivo la situazione, ora tutto è più chiaro su come funzioni paperopopli: zio paperone con l'aiuto di paperino hanno messo su un bello spettacolo e tutti vissero felici e contenti e alla fine mangiarono il pandoro

IsReal 3 mesi fa su tio
Voi in chiesa non ci andate

Lux Von Alchemy 3 mesi fa su tio
L’ultimo paragrafo, di quest’analisi, merita un appunto: l’escalation era ed è dovuta (strateghi militari indipendenti e indipendenti obiettivi dicasi) unicamente a fattori Nato degli ultimi 20 anni. Gli Usa gradirebbero uno Scacco Matto da parte di un paese confinante che trama e sempre più si avvicina cn missili a lunga gettata (300+ km) con possibilità di testate nucleari e, inoltre, difesa anti-aerea e missilistica a rete attorno alla sua frontiera? Il mostro forse era altrove..

TheQueen 3 mesi fa su tio
Risposta a Lux Von Alchemy
Troppo facile cosi: sicuro le ingerenze degli USA hanno alterato la situazione, ma passare all’azione invadendo un paese democratico è uno step successivo, tutto merito del cr1m1nale a mosca

medioman 3 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
Un paese corrotto e vulnerabile, troppe promesse da parte degli usa

S.L. 3 mesi fa su tio
Suvvia ragazzi, siamo seri, è stato in Chiesa il giorno di Natale, questa è l’unico dato oggettivo. Il resto è frutto dell’opinione (di parte) del giornalista, che ricama un vestito messianico a Putin, per il solo gusto di sparlare.

Roggino 3 mesi fa su tio
Un’immagine che si può prendere in considerazione, ma come il passato suggerisce in Russia non si sa mai come vanno realmente le cose, soprattutto ora. Quindi se dovesse crollare lo sapremo solo dopo che sarà crollata senza praticamente nessun preavviso.

TheQueen 3 mesi fa su tio
ecco spiegato in breve e senza copia-incolla dai canali troll di telegram, il perché l'economia russa al momento "tiene": iperinflazionata da produzione militare, svendita di materie prime e così via. Alla faccia dei creduloni che ogni giorno vogliono venderci la favoletta del cremlino

DavideBernasconi 3 mesi fa su tio
Risposta a TheQueen
diciamo che l'export delle armi è veramente ridicolo, se non nullo (servono le armi alla RuSSia per combattere in Ucraina), dunque in costante perdita. quanto può reggere? Poi se ci affidiamo ai dati forniti da Mosca.....tutto un dire sulla serietà del giormalista. intando chi muore di freddo sono i russi, pure senza uova....

Luigi Bianchi 3 mesi fa su tio
non è più opportuno dire crociata che jiad? visto che è una religione romana con personaggi biblici?

Ti_vedo 3 mesi fa su tio
Risposta a Luigi Bianchi
Troppa grazia per certi professionisti del pennino digitale…😉
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