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AFGHANISTAN

Di casa in casa, i talebani e i loro divieti bussano alla porta

Uccise di botte, sposate con la forza e senza diritti. Vi raccontiamo le storie e i timori delle donne afghane
Keystone
Di casa in casa, i talebani e i loro divieti bussano alla porta
Uccise di botte, sposate con la forza e senza diritti. Vi raccontiamo le storie e i timori delle donne afghane
HERAT - Non aveva cibo per loro e allora l’hanno uccisa. Najia viveva in un villaggio nella provincia di Faryab con i suoi tre figli, quando i talebani, per il quarto giorno consecutivo, erano andati a bussare alla sua porta, ordinandole di cuc...

HERAT - Non aveva cibo per loro e allora l’hanno uccisa. Najia viveva in un villaggio nella provincia di Faryab con i suoi tre figli, quando i talebani, per il quarto giorno consecutivo, erano andati a bussare alla sua porta, ordinandole di cucinare per 15 persone.

La figlia Manizha ha raccontato alla CNN «mia madre ha detto di essere povera e che non aveva modo di cucinare per loro». I miliziani l’hanno picchiata, colpita con gli AK47.

Hanno lanciato una granata in una stanza adiacente e sono andati via mentre la casa di Naija veniva divorata dalle fiamme e lei moriva davanti ai suoi figli per le botte subite.

La storia di Najia arriva dal nord dell’Afghanistan e risale al 12 luglio. Un mese prima della caduta di Kabul. E sembra confermare la paura delle donne afghane i cui diritti in questo momento tremano.

Diritti conquistati in 20 anni, dal poter lavorare, al poter studiare, al potersi muovere in pace per le strade. Il portavoce dei talebani lunedì ha riferito che «le scuole verranno riaperte e donne e ragazze potranno tornare sui banchi, sia come maestre che come studentesse».

Ma le voci che arrivano dall’Afghanistan non raccontano la stessa storia. Nel pomeriggio dell’11 agosto i miliziani dell’Emirato islamico hanno preso Herat. «Erano le 16:00, ero appena uscita dalla facoltà di Giurisprudenza dell’università a Bagh Morad Street». Così racconta Halma ai microfoni del quotidiano Repubblica.

Conquistata la città, i talebani hanno prima dislocato per le vie vari gruppi al fine di garantire «la sicurezza degli abitanti», poi altri miliziani si sono staccati e hanno iniziato a censire tutte le donne single o vedove tra i 16 e i 15 anni. 

«Ho saputo di molti casi al riguardo che fanno davvero paura», continua Halma. «Cerco di uscire il meno possibile e quando lo faccio sono sempre con mio fratello, che gode di grande rispetto in città. Altre, purtroppo, sono meno fortunate di me e per evitare di correre rischi, si sono barricate in casa e non escono più».

La paura che accomuna molte donne è di dover subire un matrimonio forzato. C’è chi tenta la fuga e chi chiede a parenti o amici di sposarle così da diventare intoccabili. Ma al momento nessuna azione in questo senso è stata intrapresa dai talebani. Ma come spiega Halma: «La gente locale è certa che prima o poi i fondamentalisti riveleranno la loro vera natura, che non è cambiata nel tempo».

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