I divorzi cinesi calano del 70% con il “periodo di ripensamento”

A gennaio è entrato in vigore la nuova modalità. Non sono mancate le critiche
PECHINO - Nel primo trimestre dell'anno i divorzi in Cina sono diminuiti del 70%, passando da 1,06 milioni nel 2019 a 296'000, stando alle statistiche diffuse dal ministero degli Affari civili cinese.
Se state pensando alla pandemia quale motivazione del calo vi sbagliate. La forte diminuzione è dovuta al un nuovo "periodo di ripensamento" introdotto dal governo cinese a gennaio per evitare i "divorzi impulsivi". In pratica sia il marito che moglie hanno tempo 30 giorni per ritirare la domanda di divorzio depositata. Dopo un mese la coppia dovrà confermare di voler effettivamente porre fine al matrimonio, oppure di voler rimanere sposata.
C'è chi ha criticato questa nuova modalità, che obbliga le coppie a rimanere sposate ancora per un mese, costringendo magari il partner a subire ancora violenze. Tuttavia il governo ha precisato che è sempre possibile chiedere il divorzio "lampo" per motivi gravi, anche se la pratica è più costosa.




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