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COMO: Da Montorfano a Sanremo i successi di Caterina Caselli

La Nadir Press incontra per Ticinonline l’ex “Casco d’Oro” oggi uno dei migliori discografici internazionali
COMO: Da Montorfano a Sanremo i successi di Caterina Caselli
La Nadir Press incontra per Ticinonline l’ex “Casco d’Oro” oggi uno dei migliori discografici internazionali
MONTORFANO – Lo definisce “artigianato di qualità”, il suo. Un prodotto genuino senza tanti fronzoli ma che è servito come l’anno scorso a raggiungere un insperato successo con i Gazosa che quest’anno la “Sugar”, etichetta ...
MONTORFANO –Lo definisce “artigianato di qualità”, il suo. Un prodotto genuino senza tanti fronzoli ma che è servito come l’anno scorso a raggiungere un insperato successo con i Gazosa che quest’anno la “Sugar”, etichetta discografica da sempre legata alla Cgd porta nella sezione Big del festival di Sanremo che inizierà tra pochi giorni. Ed è un progetto, come tanti altri, nato nella tranquillità di Montorfano dove Caterina Caselli, vero talent scout degli ultimi 20 anni, vive in una villa destinata a breve ad ospitare quello che sarà uno dei più moderni studi di registrazione in sostituzione di quello che fino a pochi anni fa era allocato al Castello di Carimate dove hanno inciso cantanti e gruppi del calibro di Zucchero, Dalla, i Pooh. Ed è qui, in questo paesino del Comasco, che incontriamo l’ex “Casco d’oro” della canzone italiana per una chiacchierata a tutto campo: “Ritorno a Sanremo con un artigianato di qualità non solo con i giovanissimi Gazosa ma anche con Filippa Giordano, un talento straordinario che, a differenza di molti, nasce con una personalità fortissima e che esplode in “Amarti sì”, il brano che presenterà al festival”.

Dai tempi di “Sono bugiarda” cosa è cambiato nella musica italiana?

“Tanto, tantissimo. Tutto oserei dire. Oggi è molto più facile arrivare ad incidere un disco: paghi la realizzazione e via. Ma poi il mercato è spietato. Ti eleva a grande, ti abbatte in pochi istanti. Basta un errore, una canzone sbagliata per sparire dalla scena. Però oggi questo meccanismo perverso ti da anche la possibilità di metterti in evidenza. Sta poi a te avere la stoffa per continuare”.

La Cgd, e la Sugar in particolare, è stata una delle case discografiche che al festival è risultata sempre, o quasi, vincente. Al di là dei soliti sospetti che aleggiano su questa manifestazione, qual è il segreto?

“I sospetti fanno parte di Sanremo. Era così ai miei tempi. Lo è ancora oggi. Senza quelli Sanremo sarebbe un’altra cosa. Il segreto? Portare su quel palco un prodotto semplice, genuino, ma soprattutto vero. Qualche anno fa si guardava più ai look, a far colpo con un’immagine al posto di un’altra e la canzone sembrava non aver importanza. La partecipazione al festival veniva preparata mesi prima anche attraverso una serie di partecipazioni televisive e andava sempre a finire che a vincere era il personaggio, e dico il personaggio, del momento. Oggi si guarda più alle capacità artistiche. E meno male: altrimenti la canzone italiana sarebbe solo spazzatura mentre nasconde grandi talenti”.

Qualche anno fa sei tornata a proporti al pubblico anche in vesti di cantante…

“Ho voluto riprovare l’esperienza di stare davanti al pubblico. Il brivido del rischio di un fischio o la gioia di un applauso. Non mi era andata male. La gente mi aveva accolta bene, ma credo che per ogni artista ci sia un suo momento e non si può andare oltre. Fare la discografica, cercare nuovi talenti mi da moltissime soddisfazioni, quelle che da cantante oggi non avrei. O almeno non sarebbero le stesse di quando ero il ‘casco d’oro’. Credo moltissimo in quello che faccio adesso, ma non rinnego certo un passato che mi ha dato enormi soddisfazioni”.

Quanto conta per un giovane avere alle spalle un colosso come Ggd o un manager di nome Caselli?”

“Tutto o niente. Vedi, a volte si dice che a Sanremo vince solo chi ha alle spalle pezzi grossi. L’esperienza insegna: ho visto tanti fallimenti su quel palco. Faccio un esempio: Quando portammo per la prima volta Zucchero con il suo nome di Adelmo Fornaciari e la canzone “Nuvole” fu un disastro. Si piazzò ultimo. Ebbe molto più successo Stefano Sani con “Lisa” scritta dallo stesso Zucchero. Ecco un esempio di come in quegli anni contava più l’immagine rispetto al prodotto. Lisa era una canzoncina facile facile. Nuvole non fu capita. Ma il tempo ci diede poi ragione. Oggi tutti cantano, fischiettano le canzoni di Zucchero. Nessuno o quasi si ricorda di Stefano Sani”.

Dunque poco conta avere ‘dietro qualcuno che ti dà la giusta spinta’?

“No, conta molto anche quello ma alla fine è il pubblico a decidere. Tu puoi fare carte false per lanciare un prodotto ma se non vale affonda. Ecco perché quando decido di impegnarmi in prima persona per il lancio di qualcosa di nuovo come i Gazosa o Filippa voglio essere sicura del ‘prodotto’. E poi ogni volta è un caso diverso: si può scegliere se lanciare un fenomeno solo per una stagione, tanto per seguire una moda, oppure costruire qualcosa di duraturo. Io preferisco questa seconda chanche”.

CHI È E COSA FA CATERINA CASELLI?

Nasce a Modena il 10 aprile 1946, e trascorre la sua infanzia nella vicina Sassuolo. Ed è a qui che, assecondando la sua passione per la musica, la famiglia le fa prendere le prime lezioni dal Maestro Ivo Callegari. A quattordici anni partecipa ai suoi primi spettacoli come cantante e bassista del gruppo “Gli Amici” e pochi anni dopo, nel 1964, partecipa al Festival di Castrocaro. Sono gli anni della gavetta, faticosa ma importante per la sua formazione.Nell'aprile del 1965 Caterina insieme a “Gli Amici” si esibisce a Roma, prima al “Capriccio” e poi al mitico “Piper” dove viene “scoperta” dalla CGD, che la fa partecipare al Cantagiro di quell’estate con “Sono qui con voi” (“Baby please don’t go”).

Nell’inverno dello stesso anno, altre due tappe importanti della sua carriera: è prima ospite fissa all’Intra’s Club di Milano, e poi conosce Francesco Guccini, col quale inizia a collaborare, e col quale comincia un rapporto di amicizia che dura ancora oggi. Caterina è la prima donna in Italia a voler cantare “Per fare un uomo”, che inciderà anche in uno dei suoi album più popolari, “Diamoci del tu”.

Con una nuova immagine creatale dai Vergottini, i parrucchieri milanesi che inventarono per lei il “casco d'oro”, partecipa al Festival di Sanremo del 1966 interpretando in coppia con l’allora popolarissimo Gene Pitney “Nessuno mi può giudicare”. Ed è, da un giorno all’altro, l’inizio di una grandissima popolarità. Durante l’estate successiva vince il Festivalbar con “Perdono”, vince a settembre “La gondola d'oro” e chiude l’anno con un terzo grande successo, “Cento giorni”. Comincia in questo periodo la sua esperienza cinematografica con quei film musicali così popolari negli anni sessanta, e che ancora oggi realizzano share altissimi quando sono riproposti dalle TV: ce ne saranno tre, tra il 1966 ed il 1967 (“Nessuno mi può giudicare”, “Perdono”, “Io non protesto, io amo”).

Nel 1967 Caterina ritorna al Festival di Sanremo in coppia con Sonny and Cher con “Il cammino di ogni speranza”, brano che si collocava nella crescente protesta giovanile. Sempre in quell'anno, con “Sono bugiarda” (“I’m a believer”), colleziona un altro hit. E sempre nel 1967 c’è l’importante impegno televisivo di “Diamoci del tu”, sei puntate di trasmissione condotte con Giorgio Gaber, durante le quali fa da madrina a Guccini.L'estate del 1968 la vede trionfare al Cantagiro con “Il volto della vita” (“Days of Pearly Spencer”), mentre in autunno porta al successo “Insieme a te non ci sto più” di Paolo Conte. Nel 1969 partecipa a “Canzonissima” arrivando seconda con “Il Carnevale”. In giugno si sposa con Piero Sugar. Nel 1971 nasce il figlio Filippo, ed è praticamente da allora che Caterina lascia il ruolo di cantante, se non per la breve e gioiosa parentesi del 1990, quando Caterina sceglie sportivamente di ritornare come interprete al Festival di Sanremo con il brano “Bisognerebbe non pensare che a te”, che incide in un disco nel quale l’impronta di Paolo Conte lascia il segno (con “Gelato al limon”, “Insieme a te non ci sto più”, “Amada mia”). La Critica definisce il disco come uno degli eventi musicali dell'anno.

Ma non resta a lungo lontano dai concerti e dagli studi di registrazione, anche se ha deciso di non cantare più: già nel 1978 comincia il lavoro di produttore discografico con una sua etichetta, la “Ascolto” finanziata dalla CGD, una delle più grandi case discografiche italiane indipendenti insieme a Ricordi, che vuole dare voce ai giovani artisti. È dalla Ascolto che escono Pierangelo Bertoli, Fanigliulo, Mauro Pagani, gli Area con Demetrio Stratos. Poi in CGD, lancia e produce Enrico Ruggeri e Paolo Conte (dall’album “Sotto le stelle del Jazz” in poi). Lavora con Ornella Vanoni, lancia Francesco Baccini, propone il trio Tozzi-Morandi-Ruggeri con “Si può dare di più”, che vince il Festival di Sanremo nel 1987.

Nel 1989, dopo la vendita di CGD, diventa imprenditore e lancia la nuova etichetta Sugar, che già nel 1990 è protagonista con la sigla ufficiale dei Campionati Mondiali di Calcio, “Un’estate italiana” nella versione di Gianna Nannini e Edoardo Bennato, o “To be Number One” nella versione del suo compositore Giorgio Moroder. Il brano è primo in classifica in Italia per nove mesi consecutivi ai primi posti delle classifiche europee e sud americane. È la prima sigla di un evento internazionale, oggetto dell’interesse di centinaia di milioni di persone, che viene realizzata e prodotta da una Società Italiana. Nel 1991 porta al Festival di Sanremo l’allora sconosciuto Paolo Vallesi, che vince la sezione Giovani Proposte e si afferma con “Le persone Inutili”, uno dei grandi successi discografici di quell’anno. Nel 1992 Vallesi si classifica invece terzo nella sezione Big del Festival, con “La forza della Vita”, mentre gli “Aeroplani Italiani”, che partecipano tra le Giovani Proposte, ottengono il premio della Critica con “Zitti, zitti (il silenzio è d'oro)”.

Nel 1993 scopre Gerardina Trovato, seconda tra le Giovani Proposte al Festival di Sanremo con “Ma non ho più la mia città” e tra i primi in Italia per le vendite discografiche. Sempre nel 1993, assume il ruolo di amministratore delegato della Edizioni Suvini Zerboni, una tra le più importanti Case di Edizioni Musicali italiane (fondata nel 1907, con un catalogo comprendente sia la sezione di Musica Classica che quella di Pop), holding del Gruppo Sugar. È anche Vice Presidente di Messaggerie Musicali s.p.a., che in questo periodo consolida la sua posizione di mercato rilanciando il proprio punto vendita di Milano (il più grande megastore multimediale della città) ed avviando il rilancio di quello altrettanto “storico” di Roma. Nelle vesti di Amministratore Delegato di Edizioni Suvini Zerboni, segue anche la Sezione Classica e dunque l’attività dei compositori, dal decano Goffredo Petrassi ad Ennio Morricone, Luis de Pablo, Henry Pousseur, Aldo Clementi, Ivan Fedele, ai più giovani, come Alessandro Solbiati, Giovanni Verrando, Riccardo Nova, l’attività dei quali è proiettata oltre i confini nazionali (partecipano infatti, ricevendone i massimi riconoscimenti, ai più prestigiosi Festival di Musica Contemporanea europei e statunitensi). È del 1993 il “Festival Petrassi”, organizzato a Milano su iniziativa della Suvini Zerboni per festeggiare i 90 anni del Maestro, mentre nel 1998 ad essere festeggiato è stato Ennio Morricone, con il libro “Norme con ironie” (anagramma del suo nome) e con due concerti a lui dedicati, l’uno sinfonico all’Accademia di Santa Cecilia e l’altro da camera alla Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma.

Nell'ambito pop, ancora al Festival di Sanremo, trionfa nel 1994 il tenore Andrea Bocelli che vince la sezione Giovani Proposte con “Il mare calmo della sera”, ottenendo una standing ovation dal pubblico del Teatro Ariston. E contemporaneamente Gerardina Trovato si classifica quarta tra i Big con “Non è un film”. Grazie a questi successi, l’etichetta di Caterina raggiunge per il 1994 il 3,1% di presenza in un mercato dominato dalle multinazionali (dato di “Musica & Dischi”). Nel 1995 Andrea Bocelli è quarto tra i Big al Festival di Sanremo con “Con te partirò”, e comincia anche la sua avventura internazionale. Nel 1996, oltre alle produzioni degli Avion Travel (pluripremiati al Festival di Recanati ed al Club Tenco) “Finalmente Fiori” e “Bellosguardo”, esce anche il terzo disco di Gerardina Trovato, “Ho Trovato Gerardina”, considerato uno dei dischi più belli dell’anno ed entrato in classifica anche in Olanda. Nel 1997, Caterina Caselli è molto spesso all’estero a costruire ed accompagnare l’enorme successo di Andrea Bocelli: in Germania, i suoi dischi frantumano ogni record di vendita di Artisti stranieri con 2.500.000 copie vendute in pochi mesi dell’album “Bocelli” e, contemporaneamente, 3.300.000 copie del singolo “Time to say goodbye” (versione internazionale di “Con te partirò”, cantata con Sarah Brightman, e Bocelli ottiene il premio “Echo Award”, riconoscimento tributatogli dall’industria discografica tedesca. Anche nel resto d’Europa i dischi di Andrea Bocelli conquistano i primi posti nelle classifiche, a partire dalla Francia per arrivare anche alla Gran Bretagna, territorio tradizionalmente difficile per gli Artisti italiani. Grazie a questi successi ma anche alle buone affermazioni di altri artisti dell’etichetta come Gerardina Trovato, “Billboard” classifica la Sugar come il terzo produttore fonografico in Europa per il 1997.

È il primo caso di “esportazione” italiana artistico-imprenditoriale che non riguarda o un singolo artista o comunque il lavoro di una Società multinazionale, che per la sua stessa struttura ha più facilità di rapportarsi col mercato straniero; c’è chi parla di analogie col mondo della moda, perché è quasi una “griffe” quella che viene esportata: è la bottega artigiana, fatta di amore per la tradizione ma insieme anche di ricerca del nuovo e di cura estrema del particolare, che riesce a trovare un suo spazio nella massificazione del mercato globale.

Sempre nel 1997, Caterina Caselli dedica un po' del suo tempo anche al cinema, in due diversi ruoli: l’uno quando smettendo temporaneamente i panni della scopritrice di talenti, veste quelli di attrice. Con la regia di Davide Ferrario partecipa infatti al film “Tutti giù per terra” tratto dall’omonimo romanzo-cult di Giuseppe Culicchia nella parte della zia del protagonista, “zia Caterina”, of course (il film ha ottenuto il premio della Critica al Festival del Cinema di Locarno); l’altro, di produttore di colonne sonore, quando, recuperando una tradizione cara al Gruppo Sugar (che tra gli anni sessanta ed ottanta ha realizzato le colonne sonore di molti tra i più importanti film italiani, scritte da Ennio Morricone, Piero Piccioni, Giulio Nascimbeni), produce la musica scritta da Ennio Morricone per “Nostromo”, imponente produzione internazionale di RAI e BBC, e di “Tano da morire”, film quasi-cult di Roberta Torre presentato con successo al Festival di Venezia. Ma il cinema non la distrae dal suo interesse principale: “Pipes and Flowers”, l'album di una sua nuova scoperta, Elisa, raggiunge in poche settimane la parte alta delle classifiche e ci resta initerrottamente per mesi. In gennaio Caterina Caselli si concede un’altra digressione: firma insieme ad altri autori e conduce un programma televisivo di quattro puntate per Raitre, con un titolo per nulla allusivo: “Qualcuno mi può giudicare”. Nel programma ricorda trent’anni di musica italiana insieme a molti amici, tra i quali Paolo Conte e Francesco Guccini che rompono per lei il loro tradizionale rifiuto nei confronti delle apparizioni Tv, ma soprattutto ritorna a cantare accompagnata dalla Piccola Orchestra Avion Travel. Gli Avion Travel partecipano poi al Festival di Sanremo, in febbraio, e con “Dormi e Sogna” conquistano il Premio della Critica tributato loro dalla giuria ad hoc presieduta da Michael Nyman.

Sempre a Sanremo, in ottobre, il premio Tenco premia “Pipes and Flowers”, l’album di esordio di Elisa, come “opera prima” del 1998. E nello stesso anno, per la sua attività imprenditoriale, ed a coronamento di un anno di grandi riconoscimenti italiani e stranieri, la Fondazione Bellisario le conferisce il Premio “Mela d'Oro”. Nel gennaio del 1999 riceve insieme ad Emma Bonino anche il Premio “Firenze Donna”. Intanto si consolida il successo mondiale di Andrea Bocelli: grazie al video “A night in Tuscany” voluto da Caterina e realizzato nel settembre del 1997 a Pisa, in Piazza dei Cavalieri, e trasmesso dalla PBS nell’autunno-inverno ‘97-‘98, il grande pubblico americano comincia a conoscerlo e ad amarlo: nel corso dei primi mesi dell’anno, realizza l’en plein piazzando contemporaneamente tre dischi Sugar nelle classifiche “Romanza” nella hit parade pop e “Arie” e “Viaggio Italiano” in quella riservata alla musica classica . Tiene concerti nelle più importanti Music Hall del Paese, anche alla presenza del Presidente Bill Clinton, che lo riceve anche alla Casa Bianca, viene apprezzato dalla critica (il Times pubblica ottime recensioni su di lui).

Nel maggio del 1998, nell’ambito del World Music Awards di Montecarlo, Andrea Bocelli vince ben due awards rispettivamente nelle categorie quale miglior artista italiano (World’s Best Italian Artist/group) e quale migliore artista classico che più ha venduto nel mondo (Worlds Best Selling Classical Artist). E nel 1999 si aggiudicherà il prestigioso “Golden Globe” per la sua interpretazione in duetto con Celine Dion del brano “The Prayer”. Il suo enorme successo si può riassumere in qualche cifra, tanto più significativa se si pensa che i numeri sono relativi ad un solo triennio. Il 1997/1999: 34 milioni di dischi venduti, 10 dei quali con gli ultimi due ( l’album pop “Sogno”, che per scelta dei brani porta l’indiscutibile firma di Caterina, e quello classico “Arie Sacre”, che contiene tra l’altro l’Inno del Giubileo, che Papa Giovanni Paolo II in persona ha voluto fosse cantato da lui. Dal 1990 in poi, ad ogni edizione del Festival di Sanremo Caterina Caselli ha saputo portare nuove proposte musicali: o giovani talenti da lei scoperti, come Vallesi, Geradina Trovato, Andrea Bocelli, Filippa Giordano, oppure artisti già affermati come gli Avion Travel, tutti collegati tra loro per personalità e originalità, pure in generi diversi. Ed anche nel 1999 il suo è un progetto vincente: presenta infatti “Alberi”, un brano firmato da Enzo Gragnaniello che l’autore canta con Ornella Vanoni. Nel corso dell’anno, escono con l’etichetta Sugar tre dischi particolari: la lounge music dei Flabby, autori della colonna sonora di “E allora Mambo” , uno dei film italiani di maggior successo nella stagione, e il “Disco di Augusta”, di Augusta Gori, personaggio televisivo molto caro ai bambini, che, come dice la stessa autrice-interprete, non è un disco di canzoni per bambini, ma una specie di piccolo teatro musicale, un album di canzoni-gioco e di storie da ascoltare e cantare. E forse il fatto che Caterina sia diventata nel frattempo nonna non è estraneo a questa produzione…nel giugno 1998, infatti, il figlio Filippo che lavora con lei è diventato papà di Greta.

Per non dimenticare di Filippa Giordano, l’album omonimo è in corso di pubblicazione in tutto il mondo grazie ad una licenza con Warner Classics. Ovunque il lancio dell’album è stato accompagnato dall’approvazione della critica e degli addetti ai lavori. Subito successiva è stata la scoperta da parte del pubblico: l’album sta scalando le classifiche inglesi, svedesi, tedesche e giapponesi. Proprio mentre Filippa Giordano è al 2° posto (febbraio 2000) nella classifica per gli album classici della Gran Bretagna e si prepara ad un lungo tour internazionale che la porterà anche in Giappone (dove già le sue interpretazioni con registro pop di “Casta Diva” ed “Habanera” sono molto popolari) ed in Australia, gli Avion Travel vincono il 50° Festival di Sanremo con la straordinaria canzone “Sentimento”. Anche Gerardina Trovato torna nel 2000 al Festival di Sanremo, con la canzone “Gechi e vampiri”, scritta a quattro mani col chitarrista Tom Sinatra e prodotta dal deux ex machina del pop mondiale ‘99, lo svedese Brian Rawlings (4 candidature ai Grammy Awards di quest’anno), che si è lasciato conquistare dalla strepitosa forza vocale della catanese: Rawlings ha al suo attivo la scrittura e la produzione dell’ultimo album di Cher (compreso il successo planetario “Believe” che è stato premiato al Grammy nella categoria Best pop/dance, e il recente “Dov’è l’amore” , l’album di Enrique Iglesias e i futuri album di Ricky Martin, Lionel Ritchie, Jennifer Lopez e Rod Stewart. Ma al festival di Sanremo Caterina Caselli ha sempre presentato anche nuovi talenti: nel 2000, insieme si big Trovato e Avion Travel tra i giovani c’è Alessio Bonomo, giovane poeta-compositore napoletano che partecipa con il brano “la croce”, realizzato con Fausto Mesolella , il “mitico” chitarrista degli Avion Travel . Il video è stato prodotto da “Fabrica” di Olivero Toscani.

di Bob Decker

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