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CONFINE: Delitto del parrucchiere, a metà febbraio Thomas davanti al G.U.P.

Le accuse che pesano sul ragazzo che con un complice di poco più giovane uccise il barbiere di Ponte Chiasso sono da ergastolo
CONFINE: Delitto del parrucchiere, a metà febbraio Thomas davanti al G.U.P.
Le accuse che pesano sul ragazzo che con un complice di poco più giovane uccise il barbiere di Ponte Chiasso sono da ergastolo
COMO – Si stringono i tempi per giungere ad una sentenza per il delitto del parrucchiere di Ponte Chiasso, Vito Pisciotta, ucciso da due ragazzini il 19 agosto scorso per rapinarlo dei suoi averi. Domani si terrà l’udienza preliminare nel ...
COMO –Si stringono i tempi per giungere ad una sentenza per il delitto del parrucchiere di Ponte Chiasso, Vito Pisciotta, ucciso da due ragazzini il 19 agosto scorso per rapinarlo dei suoi averi. Domani si terrà l’udienza preliminare nel corso della quale dovrà comparire Thomas B., il 17enne di Ponte Chiasso arrestato dalla Mobile di Como con Marino Zandi, 21 anni di Sagnino, entrambi reo confesso del brutale omicidio. Il minorenne comparirà davanti al G.U.P. che dovrà vagliare la sua posizione assai delicata vista la pesantissima accusa contestata dal P.M. della Procura dei Minori di Milano, Daniela Tanga: omicidio volontario a scopo di rapina aggravato dalla brutalità con cui venne eseguito. Accuse che potrebbero costare anche l’ergastolo a Thomas visto che i periti dell’accusa hanno già avuto modo di stabilire che il giovane pontechiassese al momento del delitto era perfettamente in grado di intendere e volere. Tuttavia non è da escludere che possa evitare il massimo della pena facendo ricorso al rito abbreviato che gli consentirebbe di ottenere uno sconto pari ad un terzo. E non è detto che già domani si arrivi a sentenza: potrebbe esserci, infatti, una seconda udienza anche mercoledì. Proprio il suo difensore, l’avvocato comasco Edoardo Pacia, pare essere intenzionato a chiedere il rito alternativo che, se concesso dal G.U.P. Anna Poli, potrebbe portare alla sentenza in questi giorni. Thomas, pur ammettendo la sua partecipazione alla rapina, ha sempre sostenuto di non aver accoltellato Vito Pisciotta, scaricando la responsabilità del gravissimo gesto sull’amico Marino Zandi che, dal canto suo, sin dall’inizio ha ammesso di aver inferto una sola coltellata all’anziano barbiere di origini siciliane. Ma le coltellate inferte sono state complessivamente quattro. Thomas, lo si ricorderà, per diversi mesi aveva lavorato nel piccolo negozio posto a due passi dal confine con il Ticino. Quella maledetta sera i due amici, notando semi aperta la serranda del negozio, decisero di entrare per un furto ma si trovarono di fronte Pisciotta che, con le sole mutande addosso, stava guardando la tv nella sala barberia. Thomas e Marino non esitarono ad aggredirlo e ad ucciderlo trascinandone poi il corpo nel retrobottega dove da qualche giorno si era praticamente trasferito a vivere dopo alcuni dissapori famigliari. Qui lo finirono soffocandolo con un cuscino. Il cadavere fu ritrovato tre giorni dopo in avanzato stato di decomposizione. Le indagini della Squadra Mobile di Como portarono poche ore dopo ad individuare i due giovani che al termine di un estenuante interrogatorio iniziato nel primo pomeriggio e concluso poco prima della mezzanotte confessarono. E presto ci sarà anche la richiesta di rinvio a giudizio da parte del Sostituto Cinzia Perroni della Procura di Como (che si occupa della parte di inchiesta riguardante Zandi e della fidanzatina di Thomas). La ragazza dovrà rispondere di favoreggiamento per aver cercato di fornire un alibi (poco credibile) ai due assassini che al momento dell’arresto avevano speso in parte i soldi del colpo (15 milioni in tutto) per acquistare abiti.

di Bob Decker

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