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CONFINE: Delitto del parrucchiere: domani l’autopsia

L’anatomopatologo incaricato dalla Procura dovrà stabilire le esatte cause della morte di Vito Pisciotta accoltellato da due ragazzi del quartiere. L’arma del delitto recuperata nel pomeriggio di sabato
CONFINE: Delitto del parrucchiere: domani l’autopsia
L’anatomopatologo incaricato dalla Procura dovrà stabilire le esatte cause della morte di Vito Pisciotta accoltellato da due ragazzi del quartiere. L’arma del delitto recuperata nel pomeriggio di sabato
COMO. È fissata per domani l’autopsia sul corpo di Vito Pisciotta, il barbiere di Ponte Chiasso ammazzato domenica sera da due ragazzi della zona per rapina. L’anatomopatologo incaricato dal Sostituto Cinzia Perroni della Procura di Como dovrà...
COMO.

È fissata per domani l’autopsia sul corpo di Vito Pisciotta, il barbiere di Ponte Chiasso ammazzato domenica sera da due ragazzi della zona per rapina. L’anatomopatologo incaricato dal Sostituto Cinzia Perroni della Procura di Como dovrà stabilire le esatte cause del decesso. L’esame sarà effettuato dal Dr. Antonio Osculato dell’ospedale Sant’Anna di via Napoleona che dovrà capire se a morte del 63enne sia dovuta come conseguenza diretta di una delle almeno 3 coltellateche lo hanno raggiunto all’addome, oppure se sia morto per dissanguamento oppure ancora soffocato o il fazzoletto infilato nella gola o con il cuscino che Marino Zandi, 22enne barista di Sagnino e il suo complice T.B., 17 anni (diventerà maggiorenne a dicembre) gli hanno premuto sul volto una volta trascinato dalla sala barberia, dove è avvenuta l’aggressione, nel retrobottega prima di fuggire dalla porta posteriore del negozio chiudendola a chiave. I due ragazzi hanno confessato dopo quattro ore di interrogatorio ricostruendo la scena del delitto e spiegando quella loro malsana voglia di fare una “bravata”: per loro la rapina, non tanto ai danni di Pisciotta (poteva essere uno qualsiasi dei negozi del posto ad essere preso di mira) doveva essere soltanto un modo come un altro per provare “qualche emozione diversa dal solito”. E così domenica sera passando in piazzetta 24 Maggio e vedendo aperta saracinesca e porta non hanno avuto dubbi sul bersaglio per portare a compimento quell’appunto loro malsana idea finita nel sangue. Quale obiettivo più facile del 63enne? Tutti sapevano che era solito andare in giro con un borsello sempre pieno di soldi: e proprio a quello hanno mirato. Ma l’improvvisa reazione del barbiere ha fatto loro perdere la testa e la situazione è sfuggita di mano: lo hanno picchiato a calci e pugni fino a quando il coltello, lungo una ventina di centimetri, non si è conficcato nel corpo del barbiere: ad impugnarlo di sicuro, almeno all’inizio, Marino Zandi. L’arma del delitto è stata recuperata nel pomeriggio di sabato così come pure è stato quasi interamente recuperato il bottino: 15 milioni, una parte dei quali già spesi per l’acquisto di alcuni capi di abbigliamento. Si sono impossessati anche di alcuni preziosi, una collana ed un bracciale in oro di cui si sono disfatti buttandoli assieme a tutto il resto dal viadotto dell’autostrada dei “Laghi” che passa sopra Monteolimpino. Da lì hanno anche buttato il coltello comparso sulla scena dell’omicidio. Un coltellaccio a serramanico portato da casa dal minorenne, un ragazzo grande e grosso che aveva anche svolto qualche lavoretto per conto di Pisciotta così come anche Marino Zandi con mansioni di barista. Due ragazzoni cresciuti a pane e mortadella, formaggini svizzeri al prosciutto e in rispettive famiglie che non hanno mai avuto nulla di nulla da vergognarsi: gente che fino a una settimana fa poteva andare in giro con la testa alta.

di Bob Decker

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