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CONFINE: Delitto del parrucchiere: “Giovani dalla vita normalissima…
…forse con quale grillo di troppo per la testa” affermano oggi gli inquirenti
CONFINE: Delitto del parrucchiere: “Giovani dalla vita normalissima…
…forse con quale grillo di troppo per la testa” affermano oggi gli inquirenti
COMO.
Due ragazzi come tanti altri, con una vita normalissima. Uno occupato come inserviente tutto fare in un bar, l’altro disoccupato e minorenne. Entrambi appartenenti a famiglie normali. Nessun precedente alle spalle, solo qualche grillo di tro...
COMO.
Due ragazzi come tanti altri, con una vita normalissima. Uno occupato come inserviente tutto fare in un bar, l’altro disoccupato e minorenne. Entrambi appartenenti a famiglie normali. Nessun precedente alle spalle, solo qualche grillo di troppo per la testa e la voglia, forse, di guadagnare qualche soldo facile magari influenzati da qualche film poliziesco dove tutto è semplice come bere l'acqua di rubinetto: ma così non è stato. Sul perché Marino Zandi, classe ’79 di Como città, e T.B., classe '83, hanno deciso di rapinare proprio Vito Pisciotta ormai è chiaro: in giro a zonzo, hanno visto la saracinesca aperta pur essendo già sera inoltrata di domenica scorsa e hanno pensato che il colpo, forse avevano in mente solo un furto, sarebbe stato semplicissimo. Non si aspettavano la reazione dell’uomo che ha pagato, così, con la vita. Gli inquirenti ritengono che quanto accaduto sia soltanto il frutto di una “malsana idea nata a due ragazzi qualsiasi”. Dietro il nulla assoluto. E al cronista che chiedeva se si possa ipotizzare qualche grosso problema, magari economico, che potesse attanagliare i due giovincelli, il dirigente della Mobile, il Dr. Antonio Schettino rimasto in piedi tutta la notte per risolvere il giallo, non ha esitato questa mattina ad escluderlo nel modo più assoluto. Nessuna situazione debitoria. Inizialmente si era sospettato che il movente potesse essere riconducibile agli ambienti dell’usura. Ipotesi nata dopo essere emerso che la vittima era stato fino a qualche tempo fa socio nella gestione del bar "Le Muse" di via Zezio, sempre in città, di quel Fabio Gregorio residente in Salita Cappuccini a Como e arrestato sul finire di luglio con l’accusa di essere uno strozzino. Pisciotta, con piccoli precedenti denuncie per emissione di assegni a vuoto e qualche frode fiscale di poco conto (ma nessuna condanna, almeno a quanto sinora risulta) nella sua vita aveva aperto e chiuso diverse attività commerciali e stava apprestandosi a vendere anche il negozio di Ponte Chiasso teatro del raccapricciante delitto. Nelle prossime ore i due giovani assassini verranno nuovamente interrogati dal Sostituto Cinzia Perroni e dal Magistrato dei Minori di Milano subito informato della confessione fatta da Marino Zendi e da T.B., il primo residente a Como città, l’altro proprio a Ponte Chiasso, in via Brogeda, a due passi dal negozio di Pisciotta. Decisamente marginale il ruolo della fidanzata (da poco maggiorenne) che avrebbe cercato di avvallare l’alibi fornito dai due ragazzi: quello di aver trascorso tutti insieme pressoché tutto il tempo trascorso fra sabato pomeriggio (quando era stato visto per l’ultima volta in vita il barbiere) e domenica sera, momento dell’omicidio.
di Bob Decker
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