COMO: Bertolotti-Ferrigno, troppi dubbi su quel pugno di troppo.

COMO.

Non ci fu alcuna colluttazione tra Francesco Bertolotti e Massimiliano Ferrigno. Ne sono sempre più convinti i due Magistrati che indagano su quanto avvenuto allo stadio Siniglaglia di Como domenica 19 dicembre. Una convinzione che Pizzotti e Meliota hanno maturato dopo aver preso in esame alcuni importati aspetti: Bertolotti quando è stato soccorso aveva la mano destra nella cinghia del marsupio allacciato attorno al girovita e quella sinistra in una tasca dei pantaloni. Inoltre è destrorso e questo particolare non collima con il punto in cui si trova la lesione refertata dal Capitano del Como sostenendo che è il frutto di un cazzotto preso prima da Bertolotti.Nasce, così, il sospetto che fra i due non vi fu assolutamente una scazzottata, versione questa, però, sostenuta dal giocatore comasco e dal suo legale Raffaele Della Valle per far passare la linea della “reazione inconsulta dovuta a provocazione”.Ma ci sono anche altri elementi che non suffragano questa linea difensiva: le testimonianze di Carla Peduzzi e di Livo Prada, i due testimoni oculari che hanno escluso categoricamente la colluttazione.I due P.M. hanno anche voluto ricostruire la scena di quanto avvenuto negli spogliatoi del Sinigaglia.Intanto, mentre proseguono le “audizioni” delle “persone informate sui fatti”, lentamente continuano a migliorare le condizioni del centrocampista modenese, sempre ricoverato in Neuro Rianimazione dell’Ospedale di Lecco.L’ultimo bollettino medico è molto rassicurante.Tuttavia il Prof. Cristiano Martini, primario del reparto, ritiene che ancora non sia giunto il momento per consentire a Ferrigno di incontrare Bertolotti. Secondo il Primario, infatti, potrebbe esserci una reazione negativa da parte del paziente ed è meglio attendere ancora qualche giorno. E a giorni, ma sulla data vi è molta incertezza, potrebbero incontrarsi Ferrigno e Preziosi.