Cina: apre a Shanghai il supermercato del sesso
PECHINO - I "profili degli espositori" di una fiera commerciale internazionale che si terrà nel prossimo fine settimana a Shanghai lasciano pochi spazi ai dubbi. Verranno infatti presentati prodotti appartenenti alle categorie "vibratori e massaggiatori", "giocattoli per uomini", "stimolatori anali", "sottomissione e sculacciate", solo per citarne alcune.
Quello che sorprende non è tanto il modo esplicito con il quale la fiera - che si chiama China International Adult Toys and Reproductive Health Exhibition - pubblicizza i propri prodotti, quanto il fatto che si svolga in uno dei centri espositivi più noti del Paese, a due passi dall'aeroporto di Shanghai, proprio mentre è in corso una martellante campagna del governo contro i siti porno su internet.
L'annuncio della prossima apertura della fiera ed il lancio del sito internet (www.adult-expo.cn/doce/zsxz.htm) - dove vibratori ed altri attrezzi vengono descritti e mostrati senza quelli che una volta sarebbero stati chiamati "falsi pudori" - ha coinciso con i trionfali annunci dei "primi successi" nella lotta alla pornografia, cioè la chiusura di 700 siti porno e l'arresto di 224 persone.
Circa la metà degli oltre 87 milioni di cinesi che regolarmente navigano su internet hanno meno di 24 anni ed è per "salvarli" dalla pornografia che il governo ha lanciato la campagna destinata a rafforzare il già stretto controllo che le autorità cinesi esercitano - o cercano di esercitare - sulla rete. "Molti giovani visitano regolarmente i siti porno su Internet perché sono curiosi sui fatti della vita, e non hanno informazioni dalla famiglia e dalla scuola", sostiene il ricercatore universitario He Tao. Secondo l'agenzia d'informazione Nuova Cina gli esperti ingaggiati dal governo stanno cercando il modo di bloccare non solo i siti cinesi, ma anche quelli stranieri (cosa che già hanno fatto con successo con alcuni siti non graditi a Pechino per ragioni politiche). "La tecnologia già esistente e quella che si sta sviluppando negli ultimi mesi - ha detto uno dei tecnici - dovrebbe permettere al governo di condurre con successo la campagna".
I radicali e spesso bruschi cambiamenti che si sono verificati in Cina negli ultimi vent'anni hanno creato in molti campi una grande confusione, nella quale le "contraddizioni in seno al popolo" si moltiplicano: per esempio, i film vietati dai severi censori governativi si trovano in DVD venduti nei negozi a prezzi stracciati (tra uno e due euro). Sul sesso come su molti altri problemi, la società si muove molto più rapidamente delle autorità, il cui atteggiamento non si discosta molto da quello delle puritane "guardie rosse". Solo timidamente si comincia a parlare sui giornali di "sesso sicuro" e di educazione sessuale nelle scuole.
Così, mentre decine di migliaia di "poliziotti informatici", danno la caccia ai siti porno, gli organizzatori della fiera di Shanghai scrivono sul loro website (che non è tra quelli che sono stati oscurati): "i tempi nei quali la sola menzione del sesso provocava scandalo sono passati ed ora in Cina prevale un concetto civilizzato del sesso. I dati indicano che nel 2003 la vendita di prodotti di salute sessuale ha superato i cento miliardi di yuan (cento milioni di euro) con un incremento sull'anno precedente del 30 per cento". Del resto, la grande quantità di porno-shop che aprono ogni giorno nelle città cinesi indica che per i prodotti reclamizzati nel supermercato del sesso di Shanghai esiste in Cina uno spazio che fino ad oggi è stato sfruttato solo in parte.




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