Germania: processo cannibale, per psicologo è sano di mente
Alla sesta udienza del processo, lo psicologo Heinrich Wilmer ha detto che a Meiwes (42 anni) manca la capacità di sentire e controllare i suoi desideri e istinti. La sua povertà di sentimenti lo ha indotto a cercare forti esperienze e pertanto il cannibalismo è espressione di smania di sensazione e bisogno di stare al centro dell´attenzione.
A giudizio dello psicologo del carcere, l´imputato avrebbe bisogno di una psicoterapia. A suo giudizio, Meiwes non ha affatto contraddetto il desiderio di morte e lo stato psichico della vittima: al contrario l´ha presa sul serio e realizzato le sue fantasie.
Meiwes ha confessato di avere ucciso e in parte mangiato un uomo che aveva risposto a un suo annuncio su Internet in cui egli cercava persone disposte a farsi divorare. Respinge però l´accusa di omicidio in quanto la vittima era consenziente, e parla di partecipazione a un caso di eutanasia.
Secondo lo psicologo, in carcere, dove è agli arresti da un anno, Meiwes parlava senza problemi con lui o gli altri detenuti del suo delitto. La sua freddezza e obbiettività lo ha colpito: "pensavo di trovarmi davanti a uno scienziato che fa un esperimento", ha dichiarato l´esperto al processo.
Il caso è senza precedenti in Germania: il codice penale non prevede il reato di cannibalismo e il fatto che la vittima fosse apparentemente consenziente rende difficile per i giudici arrivare a una condanna per omicidio volontario.
ATS




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