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DELITTO DEL PARRUCCHIERE: Domani l’udienza preliminare per Marino e Alessia

I due giovani rischiano pesantissime condanne: lui l’ergastolo per omicidio volontario, lei per essere stata secondo l’accusa del P.M. Cinzia Perroni l’istigatrice della rapina a Vito Pisciotta di Ponte Chiasso finita nel sangue
DELITTO DEL PARRUCCHIERE: Domani l’udienza preliminare per Marino e Alessia
I due giovani rischiano pesantissime condanne: lui l’ergastolo per omicidio volontario, lei per essere stata secondo l’accusa del P.M. Cinzia Perroni l’istigatrice della rapina a Vito Pisciotta di Ponte Chiasso finita nel sangue
COMO – Si svolgerà domani l’udienza per vagliare le accuse da ergastolo formulate dal P.M. Cinzia Perroni l’ipotesi di reato nei confronti di Marino Zandi il 22enne di Sagnino coinvolto nell’omicidio Pisciotta con il 17enne di Ponte Ch...
COMO –Si svolgerà domani l’udienza per vagliare le accuse da ergastolo formulate dal P.M. Cinzia Perroni l’ipotesi di reato nei confronti di Marino Zandi il 22enne di Sagnino coinvolto nell’omicidio Pisciotta con il 17enne di Ponte Chiasso. Nei suoi confronti, lo ricordiamo, il Magistrato Inquirente, la Dr.ssa Cinzia Perroni, contesta accuse da ergastolo: omicidio volontario a scopo di rapina. Concorso in rapina e in omicidio, invece, sono le accuse mosse nei confronti di Alessia Calella la fidanzatina di Thomas B. che con le sue dichiarazioni alla Squadra Mobile, prima e al Magistrato poi, cercò di fornire uno stupido alibi ai due assassini. Per lei, comunque, la concessione dell’attenuante del fatto che l’omicidio non era contemplato nei piani. Nella richiesta di rinvio a giudizio del P.M. si legge che alla ragazza viene contestato il “concorso morale e materiale in quanto istigatrice e organizzatrice della rapina aggravata e concorso in omicidio volontario premeditato con l'attenuante del fatto non voluto”. Secondo le risultanze investigative, Alessia, 22 anni di Ponte Chiasso “era pianificatrice del disegno criminoso attuato dai suoi due amici”, ovvero la rapina. Così come era a conoscenza che i due si sarebbero presentati nel negozio di via XXIV maggio con un coltellaccio da cucina, lo stesso usato per uccidere brutalmente l’anziano barbiere originario della Sicilia e che da qualche tempo si era trasferito praticamente a vivere nel retrobottega dopo alcuni dissapori famigliari. Dopo il colpo i tre avrebbero dovuto incontrarsi in una gelateria di Como e poi passare la serata in una pizzeria di Ponte Chiasso. La ragazza, all’epoca dipendente proprio nella gelateria di via Zezio di proprietà di un ex socio di Pisciotta (arrestato per questioni di usura) essendo, però, indisposta non si presentò all’appuntamento, ma il fatto che i due amici l’avrebbero informata telefonicamente di come erano andate le cose gli costa ora l’accusa di concorso in rapina e in omicidio. Verosimile che l’avvocato difensore di Zandi, punterà a far cadere le aggravanti, mentre quella della ragazza punterà ad ottenere la derubricazione del reato in quello di favoreggiamento. Tuttavia appare molto difficile sul piano processuale la posizione della giovane viste le pesanti contestazioni: la ventiduenne che sembrava dovesse rispondere del reato di favoreggiamento in quanto avrebbe ricevuto parte del bottino della rapina finita nel sangue, rischia una pesante condanna. Thomas B. che ha sempre sostenuto di non aver accoltellato Vito Pisciotta, addossando la responsabilità all'altro giovane. Il bottino, soldi e preziosi, è stato in buona parte recuperato. Il corpo di Vita Pisciotta, la gente del quartiere lo credeva in vacanza, era stato trovato in avanzato stato di decomposione quattro giorni dopo il delitto. Il caso dal magistrato inquirente e dagli agenti della Squadra Mobile era stato risolto nel giro di poche ore.

di Bob Decker

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