Prevost, la naturale essenza del rock’n’roll

Disco solista dell'ex frontman dei Chesterfield Kings
ROCHESTER - Messa da parte l’esperienza Chesterfield Kings, il 5 gennaio scorso Greg “Stackhouse” Prevost ha dato alle stampe Mississippi Murderer.
E lo ha fatto tramite la label iberica Mean Disposition (Penniman Records), “perché – mi spiega – l’industria discografica americana, seppur con qualche eccezione, oggi, paradossalmente, rifiuta a priori progetti legati a blues e rock’n’roll…”.
Ma lui, Greg Prevost, uno dei primi artefici del garage revival allo scoccare degli anni Ottanta, non abbassa la guardia, sfrecciando di nuovo nella notte dei dannati, a centocinquanta miglia orarie, sulle highway sudice e polverose… “Mississippi Murderer narra le vicende di coloro che, anche solo per un istante, si sono ritrovati oltre il limite: nel corso della mia esistenza ho avuto modo di incontrare alcolisti, tossicodipendenti, vagabondi e assassini… Ognuno di loro ha la sua storia… Qualcuno è tornato alla vita, qualcun altro no…”, aggiunge.
Nel mezzo delle dodici tracce, sette originali e cinque cover (I Ain’t Signifying, Rolling Stones, Exile On Main St. outtake; Hard Time Killing Floor Blues, Skip James; Hey Gyp, Donovan; Ramblin’ On My Mind, Robert Johnson; John The Revelator, Blind Willie Johnson), registrate nel corso di sei mesi – da febbraio a luglio 2012 - tra le mura degli House Of Rock Studios di Rochester, Greg Prevost (voce, chitarre, dobro, armonica, maracas), con l’apporto di Zachary Koch (batteria), Alex Patrick (basso, co-produttore con Prevost) e Keenan Bartlett (piano), spreme, impertinente, il blues seminale, riabilitando, nel contempo, la primogenitura del rock’n’roll. L’essenza risuona ammaliante all’interno dei solchi, dissolta, ancora una volta, in un indefinito asse spazio-temporale…
Info: gregstackhouseprevost.com e pennimanrecords.com




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