Alessandro Greco e Tsi: “Un ambiente sano, qui si lavora bene”

LUGANO - Seconda esperienza ticinese per Alessandro Greco, che dopo Miss Svizzera, torna sugli schermi della Tsi per presentare la seconda edizione di "Mara&Meo" il concorso canoro organizzato da Alessandro Mara della Chiaramusic Sagl di Riva San Vitale, che anche quest'anno una cinquantina di bambini tra i 4 e i 12 anni interpreteranno come cantanti o coristi undici brani.
La kermesse si svolgerà domenica 16.00 al Palazzo dei Congressi di Lugano e la manifestazione verrà trasmessa domenica 28 dicembre 2003 su TSI 1. Sul palcoscenico, a mettere a proprio agio i bambini cantanti, vi saranno Alessandro Greco e Beatrice Bocci.
Alessandro il tuo rapporto con la Svizzera si sta rafforzando
"È un motivo di grande soddisfazione e privilegio per me e mia moglie Beatrice ritornare a lavorare in Ticino. Insieme abbiamo vissuto l'esperienza di Miss Svizzera e di conoscere da vicino la Televisione svizzera di lingua italiana.
Che idea ti sei fatto della Tsi?
"Un'impessione molto positiva. Abbiamo subito stretto dei rapporti molto forti con alcune persone. Questo ci ha permesso di affezionarci non solo alle persone e ai luoghi, ma anche a una metodologia di ipostazione del lavoro che rientra molto nelle nostre corde".
Rispetto alla televisione italiana quali sono state le differenze maggiori che avete notato?
"Un ambiente decisamente più incontaminato, sereno e tranquillo. Sentire questi sentimenti attorno a sè, non può che contribuire a rendere il massimo in un'esperienza lavorativa".
La tv italiana è soggetta continuamente a forti critiche. A te piace questa tv?
"Credo che un tempo c'era un'attenzione maggiore verso il gradimento del pubblico, si realizzava qualcosa tenendo presente i gusti e i desideri del pubblico. Dubito che negli ultimi anni si stia rispettando questo criterio. Nonostante i segnali che il pubblico può far arrivare a destinazione, la televisione forse tende a trascurare questi segnali e a farsi un prodotto a proprio uso e consumo. Indubbio negare l'abbassamento artistico di questi ultimi anni nella tv italiana. Chi è in grado oggi a fare capolino nel marasma televisivo riesce a crearsi una situazione come personaggio non indifferente, e non credo che in passato tutto ciò fosse possibile. Sono questi gli aspetti dai quali cerco di mantenermi a debita distanza".
Se tuo figlio volesse partecipare a un concorso canoro o lavorare nel mondo dello spettacolo come la prenderesti?
Il nostro bambino ci accompagna nelle nostre giornate con le sue canzoni, per cu il passo a un concorso canoro non sarebbe poi così lungo. L'importante è che qualunque esperienza artistica, venga vissuta da entrambe le parti nella maniera più equilibrata possibile, come un momento di aggregazione e di gioco.
Se volesse entrare nel mondo dello spettacolo avrebbe comunque due genitori molto ferrati sull'argomento, i quali cercherebbero con molta discrezione di istradarlo nel migliore dei modi, avvertendolo anticipatamente sugli effetti collaterali di questa professione".
Un incontro fondamentale nella tua carriera è stato quello con Raffaella Carrà. Secondo te cosa l'ha spinta a credere in te e a darti la possibilità di emergere con la trasmissione "Furore".
"Avevo 25 anni quando mi presentai a quell'audizione. Con me avevo un importante bagaglio di esperienze: 10 anni di lavoro in giro nelle varie piazze,radio e televisioni. Sono stato per loro una specie di terreno estremamente fertile che però non era stato ancora coltivato. Loro lo hanno seminato sin dall'inizio molto bene.
Furore è durato con te per diverse edizioni anni. Poi hai abbandonato perchè?
"La trasmissione aveva uno zoccolo duro di affezionati e nonostante una contro-programmazione agguerrita se l'è sempre cavata bene. Il progetto è proseguito benissimo fino a quest'anno quando hanno provato a sostituire il presentatore, e il programma si è rivelato una disfatta. Nel momento di realizzare la sesta edizione avevo chiesto ai produttori di essere disposto a mettermi in gioco inserendo le nuove puntate in un contesto professionale e di programmazione un po' più ampio. Purtroppo non avuto nessun tipo di risposta, e i dirigenti hanno optato per un'altra soluzione che purtroppo si è rivelata debole".
Che tipo di trasmissione ti piacerebbe realizzare?
Io e mia moglie abbiamo la fortuna e il privilegio di vivere a contatto con la gente e non ai margini della società come spesso può accadere. Di conseguenza sappiamo quali sono le esigenze televisive del pubblico. Mi piacerebbe realizzare programmi che siano un po' il riassunto di quello che vuole il pubblico, un contenitore che sia fatto di musica, ballo, comicità, talk show, un programma di intrattenimento capace di riassumere i desideri televisivi del pubblico".
Sei uno dei pochi, tra i conduttori della nuova generazione, a fare un uso corretto e forbito della lingua italiana.
"È un complimento bello è importante. Voler condurre senza avere a dosposizione almeno un linguaggio corretto o una comunicazione accessibile equivale a un panettiere che non ha la materia prima e vuole fare il pane. Di orrori linguistici se ne sentono tanti in televisione, ma non esprimo giudizi in questo senso perchè credo che molto dipenda da chi gestisce il potere decisionale e permette a certi soggetti di esercitare un mestiere".
di Sal Feo




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