«I giovani? Meglio di quello che pensiamo»

Il loro interesse verso la musica classica non è paragonabile rispetto a 50 anni fa, assicura Anton Jablokov che, sabato 1° novembre, sarà protagonista di "Melodie senza Confini" al Palazzo dei Congressi di Lugano
LUGANO - Un giro dell'Europa in musica: è la proposta di sabato 1° novembre alle 20 al Palazzo dei Congressi di Lugano. Il concerto "Melodie senza Confini" punta a conquistare il cuore degli spettatori, grazie a brani coinvolgenti e un ensemble di giovani musicisti, ticinesi e non. A guidarli è il violinista Anton Jablokov, bellinzonese d'adozione.
Il programma - «In Europa ci sono tantissimi colori e sfumature di musica popolare» spiega. «Ad esempio, tutti oggi conoscono la musica irlandese, le sue bellissime sonorità. Proprio da qui prende il via il concerto, con le composizioni basate su quella tradizione. Quindi passiamo alle canzoni napoletane, con Valentina Londino». Il programma prevede dei classici assoluti come "Malafemmena", "'O surdato 'nnammurato" e altri capolavori che il pubblico ticinese conosce senz'altro. «Credo, e spero, che i presenti canteranno insieme a noi». Infine la musica ungherese, che ha «tantissimo fuoco, carattere e velocità», per un finale di concerto scoppiettante.
L'attingere al repertorio folkloristico è un'operazione già tentata (con grandiosi risultati) da svariati compositori classici: Jablokov cita fra gli altri Béla Bartók, Pablo de Sarasate e Manuel de Falla. Un brano di ciascuno di loro è inserito nel programma. «Come loro, prendiamo la musica popolare e la arrangiamo in modo virtuosistico e un po' classico, con una ricca strumentazione». Si tratta di pezzi nuovi, creati per l'occasione e che si appoggiano su temi, atmosfere e sensazioni che il pubblico potrà facilmente riconoscere. Un approccio che punta al cuore dell'ascoltatore, anche a quello non così avvezzo alla classica o alla sinfonica. «Tutte queste musiche le abbiamo nel Dna, ci sono state tramandate dai nostri genitori e le abbiamo conosciute anche grazie ai film. Penso che piacciano a tutti».
Un ensemble con «i più bravi» - Per "Melodie senza Confini”, come detto, Jablokov ha voluto portare a Lugano un gruppo di musicisti giovani e di grande talento. «La ricerca è durata mesi: volevo solo i migliori ed è sempre molto difficile, dato che, essendo i più bravi, non hanno mai tempo». Solo uno non è stato disponibile, «ma l'ho già prenotato per il prossimo progetto». Dell'ensemble fanno parte la già citata Valentina Londino, «che ha una bella voce, molto morbida». C'è anche Stefano Moccetti alla chitarra, che si esibisce regolarmente con Jablokov in duo. «Ci sono anche due musicisti dell'Orchestra della Svizzera italiana: Jonas Villegas Sciara, il primo contrabbassista, che conosco da tanti anni perché abbiamo studiato insieme; Bianca Marin alla viola, con la quale non ho mai suonato ma ho visto tanti suoi video e mi piace molto come suona».
Un altro violinista è Enrico Filippo Maligno, «che ha studiato con me a Lugano anni fa; oggi è membro dei primi violini nella prestigiosa Tonhalle Orchester di Zurigo» ed è coinvolto in vari progetti di musica da camera. Un posto speciale lo occupa il violoncellista Orfeo Mandozzi: «È professore di violoncello presso le università di Vienna e Zurigo; Orfeo ha suonato con tutti i musicisti più famosi al mondo. Quando ho visto il curriculum la prima volta, mi sono sentito in soggezione». Il suono del suo violoncello «non si può descrivere», merito anche del suo strumento, fabbricato nel 1675, con «un timbro bellissimo». Completano la formazione il pianista Adam Ilyas Kuruc, che «è di Bratislava come me ed è un grande compositore; l’ultimo album di Rodrigo y Gabriela con le musiche arrangiate da Adam ha ricevuto un Premio Grammy; con lui abbiamo passato mesi a preparare tutti i pezzi del concerto». Infine il percussionista Gregorio di Trapani: musicista riconosciuto internazionalmente, fra l’altro fondatore di Lugano Percussion Ensemble. Sul palco di Lugano «porterà una decina di strumenti diversi, ognuno con la sua sonorità specifica. Ognuno adatto a ciascuno dei brani che saranno eseguiti.».
I giovani? Meglio di quanto pensiamo - C'è tutto, assicura Anton, per far divertire ed emozionare il pubblico. Anche quello più giovane. Nei confronti del quale, sostiene, vige un pregiudizio: «Oggi i giovani hanno un orecchio più sviluppato rispetto a cinquant'anni fa e sono impregnati di musica. La sentono dappertutto, soprattutto nei film e nei videogiochi». Certo, all'epoca in cui il repertorio classico è stato composto «il tempo andava a una velocità molto diversa, le persone avevano più pazienza; con i social tutto va molto in fretta».
Il programma di "Melodie senza Confini", con brani più brevi e variati, risponde alle mutate esigenze del pubblico. Pubblico che oggi è anche sui social, dove Anton cura i suoi rapporti con chi lo segue e propone la sua musica. Alcuni suoi video hanno avuto larga diffusione e gli hanno permesso di raggiungere centinaia di migliaia di follower come, ad esempio, "Bohemian Rhapsody" dei Queen o “Can’t Help Falling in Love” di Elvis Presley.
Dopo Lugano, la sua musica non si ferma qui. «A novembre continua la tournée “nel segno del tango”, in Svizzera tedesca, mentre a dicembre saranno proposti tre concerti molto grandi: due alla 3Arena di Dublino, con 10mila posti, e uno in Slovacchia, nello stadio dell'hockey da 8000 spettatori».



